Egon Schiele
Di più, ciò che la fa fremere fino ai ginocchi
è che domani, ahimè, occorrerà vivere ancora!
Domani, dopodomani e sempre! -come noi!
La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere
Egon Schiele
Di più, ciò che la fa fremere fino ai ginocchi
è che domani, ahimè, occorrerà vivere ancora!
Domani, dopodomani e sempre! -come noi!
Velazquez
"Narrasi a questo proposito un molto curioso aneddoto. Il consiglio legislativo della Cisalpina, di cui Parini era membro, teneva la sua adunanza nello stesso luogo dove siedeva l’antica Cameretta e dov’eravi un gran crocifisso, che un giorno alcuno di quegli esaltati repubblicani fece levar via. Giunto Parini e non vedendo più il crocifisso chiese fieramente ai colleghi: dov’è il cittadino Cristo? Al che eglino, ridendo e motteggiando, risposero averlo fatto riporre altrove perché non aveva più nulla a fare colla nuova repubblica. Ma l’austero poeta soggiunse: ebbene, quando non c’entra più il cittadino Cristo non c’entro più nemmen’io. E si dimise immediatamente dal suo ufficio".
Vincenzo Monti, In morte di Lorenzo Mascheroni, 1802
"Il sincero tentativo di portare a termine questa opera di creazione, di percorrere tanta strada quanto le sue forze glielo permetteranno, di percorrerla senza scoraggiarsi a causa dell'incertezza, della stanchezza, dei rimproveri, è la sola valida giustificazione per chi scrive in prosa. E se costui ha la coscienza a posto, la sua risposta a quelli che nella loro sicura saggezza (la quale cerca un profitto immediato) domandano di essere edificati, consolati, o spaventati, o sbalorditi, o affascinati, deve essere questa: lo scopo che mi sforzo di raggiungere, col solo potere della parola scritta, è di farvi udire, farvi sentire, e prima di tutto farvi vedere. Questo e null'altro, ed è tutto. E se lo raggiungo, vi troverete, secondo i vostri meriti, incoraggiamento, consolazione, paura, fascino, tutto quello che potete desiderare, e forse anche quel barlume di verità che vi siete dimenticati di chiedere".
Joseph Conrad
Van Gogh, La camera di Arles
Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo lo stesso principio delle cattedrali. E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga. Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione. Il lavoro stava là. Si lavorava bene. Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.
Giotto, Pentecoste, Padova
Giovanni Testori
Seneca, Lettere a Lucilio, XVIII, 3, 23