sabato 31 luglio 2010













Magritte

"Lo stupore non è qualcosa che gli uomini possano evocare da sè. Ciò che muove lo stupore degli uomini è qualcosa di familiare, e tuttavia normalmente invisibile, qualcosa inoltre che gli uomini sono spinti ad ammirare. Lo stupore, che è il punto di partenza del pensare, non nè sconcerto nè sorpresa nè perplessità: è uno stupore che ammira".


H. Arendt

martedì 27 luglio 2010


















Renoir


"Libris satiari nequeo, et habeo plures forte quam oportet. Sed sicut incaeteris rebus, sic in libris accidit, quaerendi successus avaritiae calcarest. Quinimo singulare quiddam in libris est. Aurum, argentum, gemmae,purpurea vestis, marmorea domus, cultus ager, pictae tabulae, phaleratussonipes, caeteraque id genus, mutam habent et superficiariam voluptatem;libri medullitus delectant, colloquuntur, consulunt; et viva quadam nobisatque arguta familiaritate iunguntur."


F. Petrarca, Lettera a Giovanni dell'Incisa

giovedì 15 luglio 2010

Solo l'amare, solo il conoscere
conta, non l'aver amato,
non l'aver conosciuto. Dà angoscia

il vivere di un consumato
amore. L'anima non cresce più.
Ecco nel calore incantato

della notte che piena quaggiù
tra le curve del fiume e le sopite
visioni della città sparsa di luci,

scheggia ancora di mille vite,
disamore, mistero, e miseria
dei sensi, mi rendono nemiche
le forme del mondo, che fino a ieri
erano la mia ragione d'esistere.
Annoiato, stanco, rincaso, per neri

piazzali di mercati, tristi
strade intorno al porto fluviale,
tra le baracche e i magazzini misti

agli ultimi prati. Lì mortale
è il silenzio: ma giù, a viale Marconi,
alla stazione di Trastevere, appare

ancora dolce la sera. Ai loro rioni,
alle loro borgate, tornano su motori
leggeri - in tuta o coi calzoni

di lavoro, ma spinti da un festivo ardore
i giovani, coi compagni sui sellini,
ridenti, sporchi. Gli ultimi avventori

chiacchierano in piedi con voci
alte nella notte, qua e là, ai tavolini
dei locali ancora lucenti e semivuoti.

Stupenda e misera città,
che m'hai insegnato ciò che allegri e
feroci
gli uomini imparano bambini,

le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa

delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato

con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d'estate;

a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire

che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono

fratelli proprio nell'avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi

vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare

esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.

Una luna morente nel silenzio,
che di lei vive, sbianca tra violenti
ardori, che miseramente sulla terra

muta di vita, coi bei viali, le vecchie
viuzze, senza dar luce abbagliano
e, in tutto il mondo, le riflette

lassù, un po' di calda nuvolaglia.
È la notte più bella dell'estate.
Trastevere, in un odore di paglia

di vecchie stalle, di svuotate
osterie, non dorme ancora.
Gli angoli bui, le pareti placide

risuonano d'incantati rumori.
Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
- sotto festoni di luci ormai sole -

verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l'anima era invasa

quando veramente amavo, quando
veramente volevo capire.
E, come allora, scompaiono cantando.

Pasolini, Il pianto della scavatrice I

mercoledì 7 luglio 2010

Oggi, prove del coro















"La perfezione di un affetto, la perfezione di un lavoro, la perfezione di una preghiera, la perfezione di una fatica, di un impegno, la perfezione di un rapporto, di qualsiasi natura e tipo, coincidono o dipendono dalla tensione al sacrificio inerente. Senza sacrificio non c'è verità nel rapporto".

Don Giussani, Introduzione al CD delle laude filippine

giovedì 1 luglio 2010

Amare ancora

Ma che amarezza, amore mio,
veder le cose come vedo io
e aver perfino dimenticato
che non son nato come voglio io,
come voglio io.
Che delusione, povero amore,
vivere la vita con questo cuore
e non volere perdere niente
e amare ancora come l’alta gente,
come l’altra gente.
Basterebbe soltanto ritornare bambini e ricordare...
E ricordare che tutto è dato, che tutto è nuovo
e liberato ...e liberato!

Claudio Chieffo