venerdì 30 marzo 2012

Per questo giorno.












E. Hopper, Study for Morning Sun

A ti sólo se llega
por ti. Te espero.

Yo sí que sé dónde estoy,
mi ciudad, la calle, el nombre
por el que todos me llaman.
Pero no sé dónde estuve contigo.
Allí me llevaste tú.

¿Como iba a aprender el camino
si yo no miraba a nada más que a ti,
si el camino era tu andar,
y el final fue cuando tú te paraste?
¿Que más podía haber ya
que tú ofrecida, mirándome?

Pero ahorae, ¡qué desterrado,
qué ausente
es estar donde uno está!
Espero, pasan los trenes,
los azares, las miradas.
Me llevarían adonde nunca he estado.
Pero yo no quiero los cielos nuevos.
Yo quiero estar donde estuve.
Contigo, volver.
¡Qué novedad tan immensa
eso, volver otra vez,
repetir lo nunca igual
de aquel asombro infinito!

Y mientras no vengas tú
yo me quedaré en la orilla
de los vuelos, de los sueños,
de las estelas, inmovíl.
Porque sé que adonde estuve
ni alas, ni ruedas, ni velas llevan.
Todas van extraviadas.
Porque sé que adonde estuve
sólo se va contigo, por ti.

Pedro Salinas


venerdì 23 marzo 2012

A proposito delle assurde proposte dell'ONU...













"Quando ritirò dalla scuola, dove m'aveva appena iscritto, l'elenco dei libri da comprare per la prima media, mio padre lo controllò con attenzione, perché non aveva i soldi per comprarli tutti, e quindi cercava di capire se poteva non comprarne qualcuno. Decise che il Vocabolario della lingua italiana non era necessario: aveva ancora quello sul quale aveva studiato lui, ed era convinto che la lingua fosse sempre la stessa, da Dante in poi. Se una parola è stata usata da Dante, va bene per l'eternità. Si potrà mai rimproverare qualcuno di non scrivere bene in italiano, se scrive come Dante? Se Dante frequentasse oggi la prima media, e scrivesse come sapeva scrivere solo Dante, c'è qualche professore che avrebbe il coraggio di bocciarlo? Un insegnante può bocciare la Divina Commedia? Se bocci la Divina Commedia, bocci tutta la letteratura, e tutti gli scrittori. Se uno è un genio, lo è per sempre. La lingua è una casa. Cambiano le generazioni che abitano nella casa, ma la casa resta sempre quella".

F. Camon, La mia stirpe

lunedì 12 marzo 2012

Quando tu mi hai scelto

Quando tu mi hai scelto
fu l’amore che scelse
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.
Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.
Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.
E la mia allegria era
triste,come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica,fermi.
Ma quando mi hai detto:“Tu”
a me, sì,a me,fra tutti
più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.
E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.

Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo.Fino a quando?
So che tu tornerai
indietro. E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.

Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.
E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.
Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.

Pedro Salinas

martedì 6 marzo 2012

Anche tu?

L'amicizia nasce dal semplice cameratismo quando due o più compagni scoprono di avere un'idea, un interesse o anche soltanto un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ciascuno di loro considerava un suo esclusivo tesoro (o fardello). La frase con cui di solito comincia un'amicizia è qualcosa di questo genere: "Come? Anche tu? Credevo di essere l'unico...".

C.S. Lewis, da I quattro amori

(Grazie Iri)