domenica 30 settembre 2007























Spero in un uomo che si appartenga e che non sia alieno a sè stesso, quale rischierebbe di divenire se la poesia cadesse in completa disgrazia e fosse oggetto di abiura. Chiediamoci non cosa ha fatto la poesia, ma cosa sarebbe il mondo senza di essa. Io credo cha la poesia aiuti l'uomo a ritrovarsi, a sapere di sè stesso e che è una realtà creaturale; e spero che sia lui il protagonista della poesia futura. Forse a questo titolo il lavoro dei poeti sarà ancora richiesto.


Mario Luzi, da Vero e verso

venerdì 28 settembre 2007





















By Robert Doisneau

"Lavora indefessamente, dunque, sulla disillusione e sul disappunto che sorprenderà senza dubbio il tuo paziente nelle primissime settimane che si recherà in chiesa. Il Nemico permette che un disappunto di tal genere si presenti sulla soglia di ogni sforzo umano. Esso sorge quando un ragazzo, che da fanciullo s'era acceso di entusiasmo per i racconti dell'Odissea, si mette seriamente a studiare il greco. Sorge quando i fidanzati si sono sposati e cominciano il compito serio di imparare a vivere insieme. In ogni settore della vita esso segna il passaggio dalla sognante aspirazione alla fatica del fare. Il Nemico si prende questo rischio perchè nutre il curioso ghiribizzo di fare di tutti codesti disgustosi vermiciattoli umani, altrettanti, come dice Lui, suoi "liberi" amanti e servitori, e "figli" è la parola che adopera, secondo l'inveterato gusto che ha di degradare tutto il mondo spirituale per mezzo di legami innaturali con gli animali con due gambe. Volendo la loro libertà, Egli si rifiuta di portarli di peso, facendo uso soltanto delle loro affezioni e delle loro abitudini, al raggiungimento di quegli scopi che pone loro innanzi, ma lascia che "li raggiungano essi stessi" ".


Berlicche, diavolo anziano, al nipote Malacoda da Lettere di Berlicche C.S.Lewis

mercoledì 26 settembre 2007















Brucia il fuoco nella stufa sulla legna, cenere come lacrime e nel rifugio l'armonica mi parla del tuo sorriso e dei tuoi occhi.
Di te mi sussurrano i cespugli nei campi innevati, io vorrei che tu ascoltassi come la mia voce viva la nostalgia di te.
Tu adesso sei lontano, tra noi c'è neve e neve, raggiungerti mi è difficile, mentre sono a due passi dalla morte. Suona armonica a dispetto della tempesta, richiama la felicità lontana. Nel freddo rifugio sento il calore del tuo amore inestinguibile.

Canto russo


è una canzone bellissima che ho imparato quest'anno da una mia amica, piurtroppo non sono ancora riuscita ad ottenere il testo russo!

martedì 25 settembre 2007

"Non c'è altro che vorrei
reincontrare gli occhi tuoi"

Renato Zero, da Mentre aspetto che ritorni


ok è Renato Zero, mi è sempre stato un pò qui...ma certi testi son proprio belli, come mi han fatto scoprire l'andre e soprattutto la Lu!

lunedì 24 settembre 2007


















Troppo perde il tempo chi ben non t'ama,
dolc'amor Jesù sovr'ogni amore.

Amor, chi t'ama non sta ozioso
tanto li par dolze de Te gustare;
ma tutto sol vive desideroso
come te possa stretto più amare;
chè tanto sta per te lo cor gioioso:
chi non sentisse nol saprie parlare
quant'è dolz' a gustar lo tuo savore.

Jacopone da Todi, laudario di Cortona sec. XIII


Oggi cantando questa lauda al coro mi ha colpito il fatto che le parole di questa strofa le potrebbe dire ogni vero innamorato al suo amore, anche oggi... Tutto sol vive desideroso come te possa stretto più amare! bellissimo!

domenica 23 settembre 2007




















Noi dobbiamo certamente essere in una novella. Ciò che mi piace di questo Novelliere è che si preoccupi così tanto dei suoi personaggi minori.
Perchè il mondo è storia; ogni parte di esso, e non v'è nulla che possa toccare il mondo o qualunque parte di esso, senza essere storia.

G.K Chesterton

sabato 22 settembre 2007

Canzone delle domande consuete













Hopper

Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
come se il tempo per noi non costasse l' uguale,
come se il tempo passato ed il tempo presente
non avessero stessa amarezza di sale.

Tu non sai le domande, ma non risponderei
per non strascinare parole in linguaggio d' azzardo;
eri bella, lo so, e che bella che sei,
dicon tanto un silenzio e uno sguardo...

Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel che sarò domani,
non parlare non dire più niente, se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,
trascinate dai giorni come piena di fiume
tante cose sembrate e credute diverse,
come un prato coperto a bitume.

Rimanere così, annaspare nel niente,
custodire i ricordi, carezzare le età;
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente
del diritto alla felicità...

Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perchè?
Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te,
aver tutto, ma non il domani...

Non andare... vai.. Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

E siamo qui spogli in questa stagione che unisce
tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove,
non so dire se nasce un periodo o finisce,
se dal cielo ora piove o non piove...

Pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene",
a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?"
Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
Fuori c'è ancora una città?

Se c'è ancora balliamoci dentro stasera,
con gli amici cantiamo una nuova canzone...
tanti anni e son qui ad aspettar primavera,
tanti anni ed ancora in pallone...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...
Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di noi...


Francesco Guccini


Grazie Andre per avermi fatto ascoltare questa canzone bellissima e triste ieri!

giovedì 20 settembre 2007

Dall'immagine tesa
















Dall' immagine tesa
vigilo l'istante
con imminenza d'attesa -
e non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono -
e non aspetto nessuno:
tra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà , se resisto,
a sbocciare non visto,
verrà d'improvviso,
quando meno l'avverto.
Verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.

Clemente Rebora

martedì 18 settembre 2007

















Edward Munch, Consolazione

11 In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». 15 Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. 16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». 17 La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

Luca 7,11-17


Donna, non piangere!»: questo è il cuore con cui noi siamo messi davanti allo sguardo e davanti alla tristezza, davanti al dolore di tutta la gente con cui entriamo in rapporto, per la strada o nel viaggio, nei nostri viaggi. «Donna, non piangere!». Che cosa inimmaginabile è che Dio – “Dio”, Colui che fa tutto il mondo in questo momento –, vedendo e ascoltando l’uomo, possa dire: «Uomo, non piangere!», «Tu, non piangere!», «Non piangere, perché non è per la morte, ma per la vita che ti ho fatto! Io ti ho messo al mondo e ti ho messo in una compagnia grande di gente!». Uomo, donna, ragazzo, ragazza, tu, voi, non piangete! Non piangete! C’è uno sguardo e un cuore che vi penetra fino nel midollo delle ossa e vi ama fin nel vostro destino, uno sguardo e un cuore che nessuno può fuorviare, nessuno può rendere incapace di dire quel che pensa e quel che sente, nessuno può rendere impotente! «Gloria Dei vivens homo». La gloria di Dio, la grandezza di Colui che fa le stelle del cielo, che mette nel mare goccia a goccia tutto l’azzurro che lo definisce, è l’uomo che vive.


Don Giussani

lunedì 17 settembre 2007



















Caligaverunt oculi mei a fletu meo: quia elongatus est a me qui consolabatur me. Videte, omnes populi si est dolor similis sicut dolor meus.
O vos omnes, qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor similis sicut dolor meus.



T.L. De Victoria, Caligaverunt. Responsorio del 1585

Dopo uno scambio di mail con la Lu...guardiamola!

domenica 16 settembre 2007














Учитесь и читайте. Читайте книги серьезные. Жизнь сделает остальное.


Studiate e leggete. Leggete libri seri. La vita farà il resto.
Dostoevskij


Ieri mi sono iscritta al terzo anno di russo, e sulla borsa di tela che regalavano a chi si iscriveva c'era questa frase!

venerdì 14 settembre 2007








Giotto, Resurrezione di Lazzaro







Come Dio è partito dalla pietà per trarci dal nulla, così noi dobbiamo partire dalla pietà, perché solo essa ci trarrà dalla nullità della nostra ignavia, della nostra indolenza, della nostra insensibilità.


Don Giussani, da Certi di alcune grandi cose


(Frase trovata stasera leggendo gli appunti della vacanza del clu-Sardegna mandati dall'Andre... non gli sarò mai abbastanza grata per avermeli mandati, e a don Felice, anche se non lo conosco, per aver detto certe cose!)

giovedì 13 settembre 2007






















Quindi sembrò come se gli uomini dovessero procedere dalla luce alla luce, nella luce del Verbo,

Attraverso la Passione e il Sacrificio salvati a dispetto del loro essere negativo;

Bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima,

Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce;

Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un’altra via.

T.S.Eliot

mercoledì 12 settembre 2007

L'amore di apprezzamento contempla la donna trattenendo il respiro, e tace. Gode per il semplice fatto che una simile meraviglia esista, pur sapendola non destinata a sè: non cederebbe allo sconforto se dovesse perderla; e questa alternativa gli sembrerebbe sempre meglio del non averla mai conosciuta.
C.S. Lewis
La Chiara mi aveva scritto questa frase l'anno scorso in un messaggio, e oggi mi è capitato di ripensarci...

martedì 11 settembre 2007








Icaro, Matisse










C'è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici?

dal Salmo 33

lunedì 10 settembre 2007

















«Pregare per qualche cosa o per qualcuno» scandì lentamente Calahorra «è una cosa molto, molto pericolosa. Si è sempre ascoltati. E mai nessuno sa veramente quello che sta chiedendo. Non domanderei mai nulla senza aggiungere: “Se è la tua volontà”, “Se è per il mio bene” o qualcosa di simile. Naturalmente, talvolta Dio dice “no” alle nostre preghiere… È tutta un’apparenza. Quando lo fa, il Suo “no” in qualche modo si trasforma in un torrente di grazie per un altro, spesso per tanti altri. Non c’è nulla al mondo di simile a una preghiera inesaudita».


Louis de Wohl, da L'ultimo crociato

sabato 8 settembre 2007
















Non vi dirò non piangete, perchè non tutte le lacrime sono un male.

J.R.R Tolkien, ne Il signore degli anelli

giovedì 6 settembre 2007


















W.Congdon, Crocefisso

Occorre soffrire perché la Verità non si cristallizzi in dottrina
ma nasca dalla carne.

Emmanuel Mournier

mercoledì 5 settembre 2007


















QUID ANIMO SATIS?

San Francesco d'Assisi

martedì 4 settembre 2007

Anime affaticate e sitibonde


















Anime affaticate et sitibonde,
Venite all’onde vive ove v’invita
La vera vita; ove la lunga sete
Spegner potrete, spegner potrete.

La lunga sete natural che sempre,
Con dure tempre, il cor arde e tormenta
Nè il foco allenta; giammai se non s’arriva
All’acqua viva, all’acqua viva.

All’acqua viva che, con voglie accese,
Donna umil chiese alla fontana eterna,
Ch’ in sua cisterna, il mondo sì suave,
Acqua non ave, acqua non ave.
Alle cisterne, ai morti stagni, ai laghi
Vanno i cuor vaghi pur del sommo bene,
Ma di tai vene il ber sempre maggiore
Fa il nostro ardore, fa il nostro ardore.

Venite dunque all'acque dolci e chiare,
Torbide e amare son l'acque d'Egitto,
Il cammin dritto prenda e saglia il monte
Chi brama il fonte, chi brama il fonte.



Lauda filippina del '500

lunedì 3 settembre 2007

















L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perchè vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.

Cesare Pavese

Non poteva esserci inizio migliore...grazie Vale e Lu!