giovedì 29 novembre 2007


















"Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma la visione delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perchè, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia?"


Vincent van Gogh, da una lettera al fratello Theo

lunedì 26 novembre 2007






















Beato Angelico, discesa di Cristo nel Limbo


Consolamini, consolamini, popule meus
Cito veniet salus tua
Quare maerore consumeris, quia innovavit te dolor?
Salvabo te, noli timere
Ego enim sum Dominus Deus tuus, Sanctus Israel,
Redemptor tuus.





dal Rorate caeli, canto gregoriano per l'Avvento

venerdì 23 novembre 2007







"Mettimi come sigillo sul tuo cuore,

come sigillo sul tuo braccio;

perché forte come la morte è l'amore"


Dal Cantico dei Cantici




Rodin, Il bacio

giovedì 22 novembre 2007




















A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta;

però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch'è lì perfetto.

Commedia, Par. XXXIII, 100-105

martedì 20 novembre 2007

For You














I will drink the cup
The poison overflowing
I will lift you up
Watch over where you’re going
The first one in
The last one gone
I'll be the rock
To stand upon
For you, for you

My spirit aches
And I can’t stop this river flowing
In fear I take
Each labored breath I draw in knowing
That this could be my life
My final hour
But faith and hope and love
Give me the power
For you, for you

Yay though I walk through the valley
of the shadow of death
I will fear no evil
for you are with me
you are with me

I’ll be your salvation
Though the storm surrounding
There are no conditions
Lay my body down
In the wake abandon
Willing sacrifice
I’ll walk through the canyon
Bring the shadows light
For you, for you

I will drink the cup
The poison overflowing
I will lift you up
Watch over where you’re going
The first one in
The last one gone
I’ll be the rock to stand upon
The first one in
The last one gone
I’ll be the rock to stand upon
For you
For you
For you
For you



Dave Matthews & Johnny Cash

lunedì 19 novembre 2007















Ultimo dei Monti Bianchi dell'Ered Nimrais, Pipino vide, come promesso da Gandalf, la cupa massa del monte Mindolluin, le ombre viola e profonde delle sue alte valli, la sua imponente figura rischiarata dal sorgere del giorno. Sopra una propaggine sporente s'innalzava la Città Protetta, con le sue sette cerchia di mura, così antiche e possenti che non parevno costruite, ma scolpite da giganti nell'ossatura del mondo.
Sotto lo sguardo meravigliato di Pipino le grigie mura volgevano al bianco, macchiandosi del pallido rossore dell'alba. Il sole, improvvisamente emerso dalle ombre dell'Oriente, proiettò il suo raggio sul volto della Città. Allora Pipino gridò di stupore, perchè la Torre di Ecthelion, che si innalzava entro la cerchia interna, sfavillò nel cielo come una cuspide d'argento e perle, slanciata e splendente, e il suo pinnacolo brillò come cristallo sfaccettato; bianchi vessilli svolazzavano dalle torri merlate alla brezza del mattino, e lontano si udì come un limpido squillare di trombe d'argento.


J.R.R.Tolkien, da Il signore degli anelli


ps.: grazie a Luke!

domenica 18 novembre 2007

















Raffaella Boscolo



Violaine
: Perdonatemi, perchè son troppo felice!perchè quegli ch'io amo, mi ama, e di lui son certa, e so che mi ama, e tutto è uguale fra noi!E perchè Dio mi ha creata per essere felice e non per il male e non per la pena.

Pietro: Sali al cielo di un sol tratto! A me, per salire un pò, mi bisogna tutta la mole d'una cattedrale e le sue profonde fondamenta.

Violaine: E ditemi che perdonate a Giacomo perchè mi sposa.

Pietro: No, non gli perdono.

Violaine: L'odio non vi porta bene, Pietro, e me fa dolore.

Pietro: Voi, voi mi fate parlare così. Perchè forzarmi a mostrare la spaventosa piaga che non si vede? Lasciatemi partire e non mi chiedete altro. Non ci vedremo più. Eppure, porto con me il suo anello.

Violaine: Lasciate il vostro odio qui: io ve lo renderò quando ne avrete bisogno.

Pietro: Ma voi vedete, Violaine, come sono disgraziato. Dura cosa esser lebbroso, e portarsi indosso la piaga vergognosa, e sapere che non si guarirà più, che non v'è rimedio, che essa ogni giorno s'allarga e s'affonda, ed esser solo e sorbirsi il proprio veleno e tutto vivo sentirsi corrompere. E non una volta e dieci assaporare la morte, ma sempre, senza perderne stilla, fino alla fine.
Voi mi avete dato questo male, voi, con la vostra bellezza, chè prima di conoscervi ero puro e gaio, tutto al mio lavoro e ai miei progetti sotto gli ordini di un altro. Oggi comando io a mia volta e da me si viene pei progetti; ed ecco che voi m'avete guardato con quel sorriso pieno di veleno.

Violaine: Non in me era il veleno, Pietro.

Pietro: Lo so, in me era, e vi è ancora, e questa carne guasta non ha guarito l'anima colpita. O piccola anima, era forse possibile ch' io vi vedessi senza volervi bene?

Violaine: E certo l'avete mostrato che mi volete bene

Pietro: é forse mia colpa se il frutto aderisce al ramo? E chi è quegli che, amando, non vuole aver tutto ciò che ama?

Violaine: Per questo avete cercato di distruggermi?

Pietro: L'uomo oltraggiato ha le sue tenebre, come la donna.

Violaine: In che cosa vi ho mancato?

Pietro: O immagine della Bellezza eterna, tu non sei mia.

Violaine: Non sono un'immagine io. Non è modo di dir le cose questo.

Pietro: Un altro si impossessa in voi di ciò ch'era mio.

Violaine: Resta l'immagine.

Pietro: Un altro mi toglie Violaine, e mi lascia questa carne infetta e lo spirito devastato.

Violaine: Siate uomo, pietro. Siate degno della fiamma che vi consuma. E se bisogna essere divorati, sia ciò su un candelabro d'oro come il Cero Pasquale in mezzo al coro per la gloria di tutta la Chiesa.


Paul Claudel, da L'annuncio a Maria


oggi ho rivisto a teatro lo spettacolo Violaine adattato da questo testo che amo molto, e non poteva essere più opportuno alla situazione...mi ha commosso fino al midollo!

sabato 17 novembre 2007

tu si 'na cosa grande






















Tu sì 'na cosa grande per me
'na cosa ca mi fà 'nnamurà
'na cosa che si tu guarda a me
me ne moro accussì guardanno a te

Vurria sape' 'na cosa da tè
pecchè cuanno te guardo accussì
si pure tu te siente morì
nom me o dice a nun me fai capì
ma pecchè

A dille'na vota sola
che pure tu stai tremmanno
dimmi ca me vuò bene
comm'io, comm'io, comm'io voglio bene a te

Tu sì 'na cosa grande pe'me
'na cosa ca tu stessa non saie
'na cosa ca nun aggio avuto maie
'nu bene accussì, accussì grande



Domenico Modugno


(grazie alla Lu che me l'ha fatta ascoltare nell'infintio viaggio verso il meeting ad agosto!)

venerdì 16 novembre 2007

















Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'autore.
Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
Neppure costoro però sono scusabili,
perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?

Sap,13

giovedì 15 novembre 2007

PREGHIERA PER QUANDO SI È TRISTI E STANCHI



Pontresina 2007


Le due grazie che il Signore dona sono:
la tristezza e la stanchezza.
La tristezza perchè mi obbliga alla memoria
e la stanchezza perchè mi obbliga alle ragioni per cui faccio le cose.

Fà, o Dio
che una positività totale guidi il mio animo,
in qualsiasi condizione mi trovi,
qualunque rimorso abbia,
qualunque ingiustizia senta pesare su di me,
qualunque oscurità mi circondi,
qualunque inimicizia, qualunque morte mi assalga,
perché Tu, che hai fatto tutti gli esseri,
sei per il bene.
Tu sei l'ipotesi positiva su tutto ciò che io vivo.

Luigi Giussani


grazie alla Vale che me l'ha ricordata, fare memoria di questo è stata ed è ancora la mia salvezza in questi giorni!

martedì 13 novembre 2007

12/11/07












E.Munch, Young girl on a jetty






Adios

Adios con el corazòn
que con el alma no puedo,
a despedirme de tí
de sentimento me muero.

Tú seràs el bien de mi vida,
tú seràs el bien de mi alma,
tú seràs el pajaro pinto
que alegre canta por la mañana.




Canto popolare spagnolo



Addio con il cuore poichè con l’anima non posso, ad allontanarmi da te mi sento morire di malinconia / Tu sarai il bene della mia anima, tu sarai il bene della mia vita, tu sarai l’uccellino colorato che canta allegramente al mattino

venerdì 9 novembre 2007
















Mark Rothko

I quadri devono essere miracolosi: non appena uno è terminato, l'intimità tra la creazione e il creatore è finita. Questi diventa uno spettatore. Il quadro deve essere per lui, come per chiunque altro ne farà esperienza più tardi, una rivelazione, una risoluzione inattesa, inaudita, di un bisogno eternamente familiare.

Mark Rothko, da I Romantici erano ispirati, 1947

giovedì 8 novembre 2007

Dora Markus

























I
Fu dove il ponte di legno
mette a porto Corsini sul mare alto
e rari uomini, quasi immoti, affondano
o salpano le reti. Con un segno
della mano additavi all'altra sponda
invisibile la tua patria vera.
Poi seguimmo il canale fino alla darsena
della città, lucida di fuliggine,
nella bassura dove s'affondava
una primavera inerte, senza memoria.

E qui dove un'antica vita
si screzia in una dolce
ansietà d'Oriente,
le tue parole iridavano come le scagli
edella triglia moribonda.

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare,
e i suoi riposi sono anche più rari.
Non so come stremata tu resisti
in questo lago
d'indifferenza ch'è il tuo cuore; forse
ti salva un amuleto che tu tieni
vicino alla matita delle labbra,
al piumino, alla lima: un topo bianco,
d'avorio; e così esisti!

II
Ormai nella tua Carinzia
di mirti fioriti e di stagni,
china sul bordo sorvegli
la carpa che timida abbocca
o segui sui tigli, tra gl'irti
pinnacoli le accensioni
del vespro e nell'acque un avvampo
di tende da scali e pensioni.

La sera che si protende
sull'umida conca non porta
col palpito dei motori
che gemiti d'oche e un interno
di nivee maioliche dice
allo specchio annerito che ti vide
diversa una storia di errori
imperturbati e la incide
dove la spugna non giunge.

La tua leggenda, Dora!
Ma è scritta già in quegli sguardi
di uomini che hanno fedine
altere e deboli in grandi
ritratti d'oro e ritorna
ad ogni accordo che esprime
l'armonica guasta nell'ora
che abbuia, sempre più tardi.

È scritta là. Il sempreverde
alloro per la cucina
resiste, la voce non muta,
Ravenna è lontana, distilla
veleno una fede feroce.
Che vuole da te? Non si cede
voce, leggenda o destino...
Ma è tardi, sempre più tardi.


Montale, Dora markus, da Le occasioni


Abbiam letto questa poesia martedì al seminario con Motta, abbiam provato insieme a lavorarci su, a vedere cosa ci succedeva leggendola. Per me è stata una vera sorpresa.

domenica 4 novembre 2007

Gloria dei vivens homo
















Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.


Dal libro della Sapienza

sabato 3 novembre 2007























«Nell’esperienza di un grande amore tutto diventa avvenimento nel suo ambito»

Romano Guardini