domenica 30 dicembre 2007






"....il linguaggio è il mistero che definisce l'uomo, in esso l'identità e la presenza storica dell'uomo si esplicano in maniera unica."

George Steiner da Linguaggio e silenzio

sabato 29 dicembre 2007

Le gru















Nel grigio mattino
in cielo si sente
delle gru il triste richiamo

Ci dicono addio,
lasciano i campi natii.
Ricordi?
All'arrivo della primavera
andammo insieme
incontro a loro,
lungo il fiume.

Ed ora non riesco
a capire perchè
sono rimadta sola
ad accompagnarle.

In città i fiocchi di neve
copriranno tutto il cielo,
ma con la primavera
le gru torneranno.
D'estate e d'inverno
io ti vorrei vicino
amore mio.
anche al freddo e al gelo
voglio che siamo
felici insieme.


Canto popolare russo




venerdì 28 dicembre 2007

Who is the third who walks always beside you?
When I count, there are only you and I together
But when I look ahead up the white road
There is always another one walking beside you
Gliding wrapt in a brown mantle, hooded
I do not know whether a man or a woman
- But who is that on the other side of you?


Chi è il terzo che cammina sempre al tuo fianco?
Quando conto, ci siamo solo io e te insieme
Ma se guardo innanzi, lungo la strada bianca
C'è sempre un altro che cammina al tuo fianco
Scivola avvolto in un manto bruno
Incappucciato. Non so se uomo o donna.
Ma chi è quello che ti sta sull'altro fianco?

T.S.Eliot, The Waste Land, vv. 39-45

giovedì 27 dicembre 2007

Regalo


















Lei era una bambina che qualunque collina
avrebbe voluto avere come sole.
Da tempo immemorabile era bella.
E più che una bambina era una stella.

Più che una stella era qualunque cosa.
Più di qualunque cosa era amorosa,
più di qualunque amore decorosa:
di tutto l’universo era la sposa.

Ma era troppo piccola: una rosa
che sboccia appena, come ogni creatura
sospesa tra l’eterno e la paura
dei giorni che dei sogni sono mura.

Le mura di chi è nato e non gli è dato
capire più di quanto del creato
gli venga in uno spazio costruito
e dentro un tempo già determinato.

Ma i sogni la sognavano più forte
del sogno che a ogni nato è dato in sorte
prima che nel silenzio della morte
le vite si ritraggano contorte.

Quasi che solo quello si sapesse:
che tutto infine ha fine come il sole
e l’universo e tutto ciò che vuole
vivere sempre, e che vivendo muore.

Quest’era l’infinita nostalgia,
quest’era l’assoluta lontananza
prima che quella luce in quella stanza
dicesse allora e per sempre: “Maria”.


Aldo Nove, I da Maria

mercoledì 26 dicembre 2007






















Guido Reni, San Michele arcangelo


"La grande marcia della distruzione intellettuale prseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. E' una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E' una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto".



Gilbert Keith Chesterton, Eretici, finale dell'ultimo capitolo

martedì 25 dicembre 2007

Santo Natale 2007




















"Egli ci raggiunge in ciò che per noi è più familiare e facile da verificare, perché costituisce il nostro contesto quotidiano, senza il quale non riusciremmo a comprenderci”



Giovanni Paolo II, Fides et ratio
Auguri a tutti, amici!!

lunedì 24 dicembre 2007
















Una ferita d'amore può essere guarita solamente da colui che l'ha procurata


San Giovanni della Croce

Grazie Gio per la frase!

domenica 23 dicembre 2007



















"Gli uomini non amarono Roma perchè era grande: Roma fu grande perchè gli uomini l'avevano amata"


G.K.Chesterton, da Ortodossia




Dopo tre giorni fantastici nell'Urbe...grazie Vale per la citazione!

domenica 16 dicembre 2007








Giotto, Noli me tangere (particolare)







"...anche il sì all'amore è fonte di sofferenza, perchè l'amore esige sempre espropriazioni del mio io, nelle quali mi lascio potare e ferire. L'amore non può affatto esistere senza questa rinuncia anche dolorosa a me stesso, altrimenti diventa puro egoismo e, con ciò, annulla se stesso come tale"

Bendetto XVI, dall'enciclica Spe Salvi, pag.75

venerdì 14 dicembre 2007






"Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia"


Gv. 16, 22





Tiziano, Polittico Averoldi (particolare)

martedì 11 dicembre 2007
















"...e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se sarò al festino
farcitore o farcito. L'attesa è lunga,
il mio sogno di te non è finito."



E. Montale, da Il sogno del prigioniero

domenica 9 dicembre 2007

Esercizi CLU 2007: "Cosa cercate?"

Nel affrontare il tema dell'ipotesi di una rivelazione e della rivelazione cristiana, nulla è più importante della domanda sulla reale situazione dell'uomo. Non sarebbe possibile rendersi conto pienamente di che cosa voglia dire Gesù Cristo se prima non ci si rendesse ben conto della natura di quel dinamismo che rende uomo l'uomo. Cristo infatti si pone come risposta a ciò che sono «io» e solo una presa di coscienza attenta e anche tenera e appassionata di me stesso mi può spalancare e disporre a riconoscere, ad ammirare, a ringraziare a vivere Cristo. Senza questa coscienza anche quello di Gesù Cristo diviene un puro nome.

Don Giussani, da All'origine della pretesa cristiana
Frase citata da Carron agli esercizi spirituali del CLU da cui sono appena tornata, commossa e grata per l'amore alla mia vita che ho sperimentato. Tre giorni intensi e vivi, e adesso comincia il lavoro!

martedì 4 dicembre 2007
















Hopper, The lighthouse at Two Lights

Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo.


M.Heidegger, da Lettera sull'umanismo

lunedì 3 dicembre 2007




















Testa di Apollo da Falerii


"Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia. Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che egli ha percorso. Possiamo per il tramite di testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto.(...) e i miti hanno aspettato Lui, in cui il desiderio è diventato realtà"

Benedetto XVI






"Ora, la storia di Cristo è semplicemente un mito vero: un mito che agisce su di noi come gli altri, ma con la tremenda differenza che questo è davvero avvenuto. Cioè, le storie pagane sono Dio che esprime se stesso attraverso la mente dei poeti, facendo uso delle immagini che vi ha trovato, mentre il cristianesimo è Dio che esprime Se stesso attraverso quello che chiamiamo 'realtà'".


C.S.Lewis

giovedì 29 novembre 2007


















"Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma la visione delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perchè, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia?"


Vincent van Gogh, da una lettera al fratello Theo

lunedì 26 novembre 2007






















Beato Angelico, discesa di Cristo nel Limbo


Consolamini, consolamini, popule meus
Cito veniet salus tua
Quare maerore consumeris, quia innovavit te dolor?
Salvabo te, noli timere
Ego enim sum Dominus Deus tuus, Sanctus Israel,
Redemptor tuus.





dal Rorate caeli, canto gregoriano per l'Avvento

venerdì 23 novembre 2007







"Mettimi come sigillo sul tuo cuore,

come sigillo sul tuo braccio;

perché forte come la morte è l'amore"


Dal Cantico dei Cantici




Rodin, Il bacio

giovedì 22 novembre 2007




















A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta;

però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
è defettivo ciò ch'è lì perfetto.

Commedia, Par. XXXIII, 100-105

martedì 20 novembre 2007

For You














I will drink the cup
The poison overflowing
I will lift you up
Watch over where you’re going
The first one in
The last one gone
I'll be the rock
To stand upon
For you, for you

My spirit aches
And I can’t stop this river flowing
In fear I take
Each labored breath I draw in knowing
That this could be my life
My final hour
But faith and hope and love
Give me the power
For you, for you

Yay though I walk through the valley
of the shadow of death
I will fear no evil
for you are with me
you are with me

I’ll be your salvation
Though the storm surrounding
There are no conditions
Lay my body down
In the wake abandon
Willing sacrifice
I’ll walk through the canyon
Bring the shadows light
For you, for you

I will drink the cup
The poison overflowing
I will lift you up
Watch over where you’re going
The first one in
The last one gone
I’ll be the rock to stand upon
The first one in
The last one gone
I’ll be the rock to stand upon
For you
For you
For you
For you



Dave Matthews & Johnny Cash

lunedì 19 novembre 2007















Ultimo dei Monti Bianchi dell'Ered Nimrais, Pipino vide, come promesso da Gandalf, la cupa massa del monte Mindolluin, le ombre viola e profonde delle sue alte valli, la sua imponente figura rischiarata dal sorgere del giorno. Sopra una propaggine sporente s'innalzava la Città Protetta, con le sue sette cerchia di mura, così antiche e possenti che non parevno costruite, ma scolpite da giganti nell'ossatura del mondo.
Sotto lo sguardo meravigliato di Pipino le grigie mura volgevano al bianco, macchiandosi del pallido rossore dell'alba. Il sole, improvvisamente emerso dalle ombre dell'Oriente, proiettò il suo raggio sul volto della Città. Allora Pipino gridò di stupore, perchè la Torre di Ecthelion, che si innalzava entro la cerchia interna, sfavillò nel cielo come una cuspide d'argento e perle, slanciata e splendente, e il suo pinnacolo brillò come cristallo sfaccettato; bianchi vessilli svolazzavano dalle torri merlate alla brezza del mattino, e lontano si udì come un limpido squillare di trombe d'argento.


J.R.R.Tolkien, da Il signore degli anelli


ps.: grazie a Luke!

domenica 18 novembre 2007

















Raffaella Boscolo



Violaine
: Perdonatemi, perchè son troppo felice!perchè quegli ch'io amo, mi ama, e di lui son certa, e so che mi ama, e tutto è uguale fra noi!E perchè Dio mi ha creata per essere felice e non per il male e non per la pena.

Pietro: Sali al cielo di un sol tratto! A me, per salire un pò, mi bisogna tutta la mole d'una cattedrale e le sue profonde fondamenta.

Violaine: E ditemi che perdonate a Giacomo perchè mi sposa.

Pietro: No, non gli perdono.

Violaine: L'odio non vi porta bene, Pietro, e me fa dolore.

Pietro: Voi, voi mi fate parlare così. Perchè forzarmi a mostrare la spaventosa piaga che non si vede? Lasciatemi partire e non mi chiedete altro. Non ci vedremo più. Eppure, porto con me il suo anello.

Violaine: Lasciate il vostro odio qui: io ve lo renderò quando ne avrete bisogno.

Pietro: Ma voi vedete, Violaine, come sono disgraziato. Dura cosa esser lebbroso, e portarsi indosso la piaga vergognosa, e sapere che non si guarirà più, che non v'è rimedio, che essa ogni giorno s'allarga e s'affonda, ed esser solo e sorbirsi il proprio veleno e tutto vivo sentirsi corrompere. E non una volta e dieci assaporare la morte, ma sempre, senza perderne stilla, fino alla fine.
Voi mi avete dato questo male, voi, con la vostra bellezza, chè prima di conoscervi ero puro e gaio, tutto al mio lavoro e ai miei progetti sotto gli ordini di un altro. Oggi comando io a mia volta e da me si viene pei progetti; ed ecco che voi m'avete guardato con quel sorriso pieno di veleno.

Violaine: Non in me era il veleno, Pietro.

Pietro: Lo so, in me era, e vi è ancora, e questa carne guasta non ha guarito l'anima colpita. O piccola anima, era forse possibile ch' io vi vedessi senza volervi bene?

Violaine: E certo l'avete mostrato che mi volete bene

Pietro: é forse mia colpa se il frutto aderisce al ramo? E chi è quegli che, amando, non vuole aver tutto ciò che ama?

Violaine: Per questo avete cercato di distruggermi?

Pietro: L'uomo oltraggiato ha le sue tenebre, come la donna.

Violaine: In che cosa vi ho mancato?

Pietro: O immagine della Bellezza eterna, tu non sei mia.

Violaine: Non sono un'immagine io. Non è modo di dir le cose questo.

Pietro: Un altro si impossessa in voi di ciò ch'era mio.

Violaine: Resta l'immagine.

Pietro: Un altro mi toglie Violaine, e mi lascia questa carne infetta e lo spirito devastato.

Violaine: Siate uomo, pietro. Siate degno della fiamma che vi consuma. E se bisogna essere divorati, sia ciò su un candelabro d'oro come il Cero Pasquale in mezzo al coro per la gloria di tutta la Chiesa.


Paul Claudel, da L'annuncio a Maria


oggi ho rivisto a teatro lo spettacolo Violaine adattato da questo testo che amo molto, e non poteva essere più opportuno alla situazione...mi ha commosso fino al midollo!

sabato 17 novembre 2007

tu si 'na cosa grande






















Tu sì 'na cosa grande per me
'na cosa ca mi fà 'nnamurà
'na cosa che si tu guarda a me
me ne moro accussì guardanno a te

Vurria sape' 'na cosa da tè
pecchè cuanno te guardo accussì
si pure tu te siente morì
nom me o dice a nun me fai capì
ma pecchè

A dille'na vota sola
che pure tu stai tremmanno
dimmi ca me vuò bene
comm'io, comm'io, comm'io voglio bene a te

Tu sì 'na cosa grande pe'me
'na cosa ca tu stessa non saie
'na cosa ca nun aggio avuto maie
'nu bene accussì, accussì grande



Domenico Modugno


(grazie alla Lu che me l'ha fatta ascoltare nell'infintio viaggio verso il meeting ad agosto!)

venerdì 16 novembre 2007

















Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'autore.
Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
Neppure costoro però sono scusabili,
perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?

Sap,13

giovedì 15 novembre 2007

PREGHIERA PER QUANDO SI È TRISTI E STANCHI



Pontresina 2007


Le due grazie che il Signore dona sono:
la tristezza e la stanchezza.
La tristezza perchè mi obbliga alla memoria
e la stanchezza perchè mi obbliga alle ragioni per cui faccio le cose.

Fà, o Dio
che una positività totale guidi il mio animo,
in qualsiasi condizione mi trovi,
qualunque rimorso abbia,
qualunque ingiustizia senta pesare su di me,
qualunque oscurità mi circondi,
qualunque inimicizia, qualunque morte mi assalga,
perché Tu, che hai fatto tutti gli esseri,
sei per il bene.
Tu sei l'ipotesi positiva su tutto ciò che io vivo.

Luigi Giussani


grazie alla Vale che me l'ha ricordata, fare memoria di questo è stata ed è ancora la mia salvezza in questi giorni!

martedì 13 novembre 2007

12/11/07












E.Munch, Young girl on a jetty






Adios

Adios con el corazòn
que con el alma no puedo,
a despedirme de tí
de sentimento me muero.

Tú seràs el bien de mi vida,
tú seràs el bien de mi alma,
tú seràs el pajaro pinto
que alegre canta por la mañana.




Canto popolare spagnolo



Addio con il cuore poichè con l’anima non posso, ad allontanarmi da te mi sento morire di malinconia / Tu sarai il bene della mia anima, tu sarai il bene della mia vita, tu sarai l’uccellino colorato che canta allegramente al mattino

venerdì 9 novembre 2007
















Mark Rothko

I quadri devono essere miracolosi: non appena uno è terminato, l'intimità tra la creazione e il creatore è finita. Questi diventa uno spettatore. Il quadro deve essere per lui, come per chiunque altro ne farà esperienza più tardi, una rivelazione, una risoluzione inattesa, inaudita, di un bisogno eternamente familiare.

Mark Rothko, da I Romantici erano ispirati, 1947

giovedì 8 novembre 2007

Dora Markus

























I
Fu dove il ponte di legno
mette a porto Corsini sul mare alto
e rari uomini, quasi immoti, affondano
o salpano le reti. Con un segno
della mano additavi all'altra sponda
invisibile la tua patria vera.
Poi seguimmo il canale fino alla darsena
della città, lucida di fuliggine,
nella bassura dove s'affondava
una primavera inerte, senza memoria.

E qui dove un'antica vita
si screzia in una dolce
ansietà d'Oriente,
le tue parole iridavano come le scagli
edella triglia moribonda.

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare,
e i suoi riposi sono anche più rari.
Non so come stremata tu resisti
in questo lago
d'indifferenza ch'è il tuo cuore; forse
ti salva un amuleto che tu tieni
vicino alla matita delle labbra,
al piumino, alla lima: un topo bianco,
d'avorio; e così esisti!

II
Ormai nella tua Carinzia
di mirti fioriti e di stagni,
china sul bordo sorvegli
la carpa che timida abbocca
o segui sui tigli, tra gl'irti
pinnacoli le accensioni
del vespro e nell'acque un avvampo
di tende da scali e pensioni.

La sera che si protende
sull'umida conca non porta
col palpito dei motori
che gemiti d'oche e un interno
di nivee maioliche dice
allo specchio annerito che ti vide
diversa una storia di errori
imperturbati e la incide
dove la spugna non giunge.

La tua leggenda, Dora!
Ma è scritta già in quegli sguardi
di uomini che hanno fedine
altere e deboli in grandi
ritratti d'oro e ritorna
ad ogni accordo che esprime
l'armonica guasta nell'ora
che abbuia, sempre più tardi.

È scritta là. Il sempreverde
alloro per la cucina
resiste, la voce non muta,
Ravenna è lontana, distilla
veleno una fede feroce.
Che vuole da te? Non si cede
voce, leggenda o destino...
Ma è tardi, sempre più tardi.


Montale, Dora markus, da Le occasioni


Abbiam letto questa poesia martedì al seminario con Motta, abbiam provato insieme a lavorarci su, a vedere cosa ci succedeva leggendola. Per me è stata una vera sorpresa.

domenica 4 novembre 2007

Gloria dei vivens homo
















Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.


Dal libro della Sapienza

sabato 3 novembre 2007























«Nell’esperienza di un grande amore tutto diventa avvenimento nel suo ambito»

Romano Guardini

mercoledì 31 ottobre 2007















« Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questo è forma
che l'universo a Dio fa simigliante »


Dante, Paradiso, I, 103-105

lunedì 29 ottobre 2007
















Che cos'è la letteratura, nel senso corrente, più diffuso della parola? è il mondo dell'eloquenza, dei luoghi comuni, delle frasi tornite e di firme rispettabili, gente che in gioventù ha osservato la vita e poi, una volta raggiunta la celebrità, si dà a fare astrazioni, ad imitare, a raziocinare. E quando in questo regno dell'artificiosità ormai solidamente affermato ma di cui nessuno più si accorge, qualcuno apre la bocca non per inclinazione alle belle lettere, ma perchè sa e vuole dire qualcosa, questo fatto produce l'impressione di un mutamento improvviso, come se i portoni si spalancassero di colpo e irrompesse il frastuono della vita che si svolge fuori, come se non fosse un uomo a dar notizia di ciò che avviene fuori ma la città stessa parlasse di sè per bocca di un uomo.

Boris Pasternak, da Autobiografia

venerdì 26 ottobre 2007





















H.Matisse, Interior with phonograph


Io vado in questo momento, come tutte le mattine, a fare la mia preghiera, con la matita in mano, davanti ad un melograno coperto di fiori nei diversi stadi della fioritura e spio la loro trasformazione, facendo questo non con uno spirito scientifico ma compenetrato di ammirazione per l'opera divina. Non è questo un modo di pregare? Ed io non faccio che (ma, in fondo, io non faccio niente, perchè è Dio che conduce la mia mano) rendere evidente per gli altri l'interimento del mio cuore.


Henri Matisse


ieri sera sono andata all' AGF, una tipografia alle porte di Milano, ad assistere ad uno spettacolo su Dante fatto da alcuni studenti di una scuola bergamasca insieme ai loro giovani professori, amici miei. Nella newsletter del dirigente dell'azienda, appassionato della bellezza in tutte le sue forme tanto da aver invitato nella sua fabbrica questi ragazzi, ho trovato queste bellissime parole di Matisse, che dicono in modo geniale perchè l'arte mi affascina così tanto!

mercoledì 24 ottobre 2007

Lela












Están as nubes chorrando
Por un amor que morréu
Están as rúas molladas
De tanto como chovéu

Lela, Lela
Leliña por quem eu morro
Quero mirarme
Nas meniñas dos teus ollos

Nom me deixes
E ten compasión de mim
Sen tí non podo
Sen tí non podo vivir

Dame alento das túas palabras
Dame celme do teu corazón
Dame lume das túas miradas
Dame vida co teu dulce amor.

Lela, canzone popolare galiziana

Stanno piangendo le nuvole
per un amore che finisce,
le strade si bagnano
per tutto il mio pianto.

Lela, Lela, Lelina che amo tanto,
voglio vedermi
riflesso nella luce dei tuoi occhi.

Non lasciarmi,
ma abbi compassione di me.
Senza te non posso,
non posso vivere.

Dammi respiro con le tue parole
dammi calore col tuo cuore
dammi luca con il tuo sguardo
dammi vita con il tuo dolce amore.

domenica 21 ottobre 2007















"Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama ed esse rispondono: ‘Eccoci’! E brillano di gioia per Colui che le ha create"
Bar 3,34-35.


Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli
sputi?
E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d'essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
supplica
che ci sia assolutamente una stella,
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro:
«Ora va meglio, è vero?
Non hai più paura?
Sì?!»
Ascoltate!
Se accendono
le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?

Vladimir Majakovskij, 1914

sabato 20 ottobre 2007

Liberazione n°2










Edward Hopper, Nottambuli

Non mi basta stasera
un libro, una canzone
o un amore di donna.
Nè può la confusione
respingere la noia
di una vita mancata.

Ma tu, tu solo puoi
riempire il vuoto
della mia mente,
aprire il cuore
di chi non sente;
e poi giocare
coi miei pensieri,
farmi sentire come nato ieri.

Non darò la mia vita
unica, eppure vuota,
alla politica idiota
o ad un falso ideale
inventato da me
di cui resto padrone e schiavo.

Questo amore strano
è nato come un figlio
che nessuno ha aspettato.
Ma perchè proprio adesso
vogliamo farci padroni
di un amore donato?

Claudio Chieffo

mercoledì 17 ottobre 2007

Ciò che abbiamo di più caro

















Carron e don Gius, due incontri con la I maiuscola!

"...Ma quel pungolo di desiderio che testardamente si fa sentire in ciascuno di noi è una condanna o una risorsa? è più realista chi è pacificamente disimpegnato con il reale ("tanto la risposta non esiste") o chi, pur nella fatica, fa i conti con il proprio insistente bisogno, vive in una sincera ricerca?....La vita è decisa da incontri. La personalità di ciascuno fiorisce e può essere pienamente se stessa solo in un incontro che solleciti e valorizzi fino in fondo quello che siamo, che ci rilanci nella realtà come protagonisti. Qualcosa di tanto imprevisto e sorprendente quanto reale. Per questo è vitale scoprire se un simile incontro è veramente possibile oggi, anche in università"

Dal volantino di invito alla giornata di inizio anno



"Nell'esperienza di un grande amore tutto ciò che accade diventa avvenimento nel suo ambito"



Romano Guardini






"Pur vivendo nella carne, vivo nella fede del Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me"



Lettera ai Galati






"Dove sta la necessità visibilmente più urgente delle nostre comunità e quindi del comportamento nostro, dell'impostazione della nostra vita in comunità? La cosa più urgente è la lotta contro il formalismo. è formalismo ogni atteggiamento che non derivi dalla domanda e dal suo sviluppo come ricerca culturale; è formalismo ogni attività che non esprima il proprio deisiderio originale, il proprio inizio"

Don Giussani, da Certi di alcune grandi cose







ieri c'è stata la giornata di inizio anno del CLU, un avvenimento davvero imprevedibile e liberante, che non potrei ridire con mie parole tanto quanto vorrei! In attesa del testo dell'intervento di don Pino non mi arrischio a pubblicare appunti provvisori ma non potevo non mettere almeno l'invito e alcune citazioni che son state fatte!

lunedì 15 ottobre 2007






















Botticelli, Venere

"Ma io dichiaro- strillò Stepan Trofimovic al massimo grado del furore- ma io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno più in alto della liberazione dei contadini, più in alto dello spirito popolare, più in alto del socialismo, più in alto della giovane generazione, più in alto della chimica, quasi più in alto dell'umanità intera, giacchè sono il frutto, il vero frutto di tutta l'umanità e, forse, il frutto più alto che mai possa essere! é già stata conseguita la forma di bellezza senza il cui conseguimento forse non acconsentirei nemmeno a vivere...(....)...uomini piccini, che cosa vi occorre per capire? ma sapete voi, sapete voi che senza l'inglese l'umanità può ancora vivere, può vivere senza la Germania, può vivere anche troppo facilmente senza i russi, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perchè non ci sarebbe più nulla da fare al mondo? tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui! "


"Dostoevskij, da "I demoni"

domenica 14 ottobre 2007






















Il valore del mito è che esso prende tutte le cose che conosciamo e restituisce loro il ricco significato che è stato nascosto dal "velo della familiarità"

C.S.Lewis (in una recensione al Signore degli Anelli)

venerdì 12 ottobre 2007















Ogni parola umana di un certo peso reca in sè una rilevanza superiore alla immediata consapevolezza che può averne avuto l'autore al momento.

Benedetto XVI, da "Metodo storico-critico ed esegesi"in Gesù di Nazareth


Martedì a lezione di critica letteraria abbiamo lavorato anche su questo meraviglioso testo del Papa! Grazie professor Motta!

mercoledì 10 ottobre 2007





















" Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
ti ha benedetto Dio per sempre.
Cingi, prode, la spada al tuo fianco,
nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte,
avanza per la verità, la mitezza e la giustizia."

salmo 44, 3-9


Oggi al caffè la Lu mi ha citato il verso 3 di questo salmo in un determinato senso, poi vabbè io l'ho per così dire..."calato nel concreto"!

lunedì 8 ottobre 2007












"L'unica condizione per essere sempre e
veramente uomini è vivere sempre
intensamente il reale, senza preclusioni, cioè
senza rinnegare e dimenticare nulla"


L. Giussani


me ne sto proprio accorgendo ultimamente, con le novità incredibili che stanno nascendo nei rapporti in università!

venerdì 5 ottobre 2007

Canzone degli occhi e del cuore



















Anche se un giorno, amico mio,
dimenticassi le parole,
dimenticassi il posto e l’ora
o s’era notte o c’era il sole,
non potrò mai dimenticare
cosa dicevano i tuoi occhi.

E così volando volando
anche un piccolo cuore se ne andava
attraversando il cielo verso il Grande Cuore,
un cuore piccolo e meschino
come un paese inospitale
volava dritto in alto verso il suo destino;
e non riuscirono a fermarlo
neanche i bilanci della vita
quegli inventari fatti sempre senza amore.

Così parlavo in fretta io
per non lasciare indietro niente,
per non lasciare indietro il male
e i meccanismi della mente
e mi dicevano i tuoi occhi
ch’ero già stato perdonato.

E così volando volando
anche un piccolo cuore se ne andava
attraversando il cielo verso il Grande Cuore,
un cuore piccolo e meschino
come un paese inospitale
volava dritto in alto verso il suo destino;
e non riuscirono a fermarlo
neanche i bilanci della vita
quegli inventari fatti sempre senza amore.

E adesso torna da chi sai,
da chi divide con te tutto,
abbraccia forte i figli tuoi
e non nascondere il tuo volto,
perchè dagli occhi
si capisce quando la vita ricomincia.

E così volando volando
anche un piccolo cuore se ne andava
attraversando il cielo verso il Grande Cuore,
un cuore piccolo e meschino
come un paese inospitale
volava dritto in alto verso il suo destino;
e non riuscirono a fermarlo
neanche i bilanci della vita
quegli inventari fatti sempre senza amore.


Claudio Chieffo
Chieffo era un genio a scrivere canzoni come questa...ma sto cominciando a capire solo adesso cosa vuol dire! Grazie alla Lu e alla Rita per il pranzo di oggi, ma soprattutto alla Vale per la compagnia che mi sta facendo e il lavoro che stiam cominciando a fare! (e grazie anche a san Francesco, vero??)

mercoledì 3 ottobre 2007


















Wer fremde Sprachen nicht kennt,
weiß nichst von seiner eigenen.

Goethe


Chi non conosce lingue straniere
non sa nulla della propria.

martedì 2 ottobre 2007

Il mio volto

























Mio Dio, mi guardo ed ecco scopro
che non ho volto
guardo il mio fondo e vedo il buio
senza fine.

Solo quando mi accorgo che tu sei,
come un'eco risento la mia voce
e rinasco come il tempo dal ricordo.

Perché tremi mio cuore? Tu non sei solo,
tu non sei solo;
amar non sai e sei amato,
e sei amato;
farti non sai e pur sei fatto,
e pur sei fatto.

Come le stelle su nei cieli,
nell'Essere tu fammi camminare,
fammi crescere e mutare, come la luce
che cresci e muti nei giorni e nelle notti.

L'anima mia fai come neve che si colora
come le tenere tue cime, al sole del tuo amor.


Adriana Mascagni, Il mio volto


"A volte, quando uno incomincia a guardare se stesso, vede soltanto il buio senza fine, vede soltanto il nulla, vede un aspetto del reale che è tutt'altro che bello. La questione è se noi ci fermiamo lì oppure no. Io domando se questo buio senza fine è tutto, o se, mentre percepisco questo buio, io ci sono, il mio io c'è, e questo non è uguale a nulla. Io ci sono. Perciò, pur con questo buio senza fine, in questo momento, "sono fatto". Non c'è nessun buio senza fine che mi possa impedire di riconoscere questo "sono fatto" ("Farti non sai eppur sei fatto"). Qualsiasi situzione -brutta o bella che sia- è essa stessa "fatta", qualsiasi situazione è parte del reale e perciò grida un Altro."

Carron, assemblea internazionale responsabili

lunedì 1 ottobre 2007







Raffaello, Madonna sistina
(il quadro preferito di Dostoevskij)













"è vero principe che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?... Quale bellezza salverà il mondo? siete un fervente cristiano?"

Il principe l'osservò con attenzione, ma non rispose.

Dostoevskij, da L'idiota

domenica 30 settembre 2007























Spero in un uomo che si appartenga e che non sia alieno a sè stesso, quale rischierebbe di divenire se la poesia cadesse in completa disgrazia e fosse oggetto di abiura. Chiediamoci non cosa ha fatto la poesia, ma cosa sarebbe il mondo senza di essa. Io credo cha la poesia aiuti l'uomo a ritrovarsi, a sapere di sè stesso e che è una realtà creaturale; e spero che sia lui il protagonista della poesia futura. Forse a questo titolo il lavoro dei poeti sarà ancora richiesto.


Mario Luzi, da Vero e verso

venerdì 28 settembre 2007





















By Robert Doisneau

"Lavora indefessamente, dunque, sulla disillusione e sul disappunto che sorprenderà senza dubbio il tuo paziente nelle primissime settimane che si recherà in chiesa. Il Nemico permette che un disappunto di tal genere si presenti sulla soglia di ogni sforzo umano. Esso sorge quando un ragazzo, che da fanciullo s'era acceso di entusiasmo per i racconti dell'Odissea, si mette seriamente a studiare il greco. Sorge quando i fidanzati si sono sposati e cominciano il compito serio di imparare a vivere insieme. In ogni settore della vita esso segna il passaggio dalla sognante aspirazione alla fatica del fare. Il Nemico si prende questo rischio perchè nutre il curioso ghiribizzo di fare di tutti codesti disgustosi vermiciattoli umani, altrettanti, come dice Lui, suoi "liberi" amanti e servitori, e "figli" è la parola che adopera, secondo l'inveterato gusto che ha di degradare tutto il mondo spirituale per mezzo di legami innaturali con gli animali con due gambe. Volendo la loro libertà, Egli si rifiuta di portarli di peso, facendo uso soltanto delle loro affezioni e delle loro abitudini, al raggiungimento di quegli scopi che pone loro innanzi, ma lascia che "li raggiungano essi stessi" ".


Berlicche, diavolo anziano, al nipote Malacoda da Lettere di Berlicche C.S.Lewis

mercoledì 26 settembre 2007















Brucia il fuoco nella stufa sulla legna, cenere come lacrime e nel rifugio l'armonica mi parla del tuo sorriso e dei tuoi occhi.
Di te mi sussurrano i cespugli nei campi innevati, io vorrei che tu ascoltassi come la mia voce viva la nostalgia di te.
Tu adesso sei lontano, tra noi c'è neve e neve, raggiungerti mi è difficile, mentre sono a due passi dalla morte. Suona armonica a dispetto della tempesta, richiama la felicità lontana. Nel freddo rifugio sento il calore del tuo amore inestinguibile.

Canto russo


è una canzone bellissima che ho imparato quest'anno da una mia amica, piurtroppo non sono ancora riuscita ad ottenere il testo russo!

martedì 25 settembre 2007

"Non c'è altro che vorrei
reincontrare gli occhi tuoi"

Renato Zero, da Mentre aspetto che ritorni


ok è Renato Zero, mi è sempre stato un pò qui...ma certi testi son proprio belli, come mi han fatto scoprire l'andre e soprattutto la Lu!

lunedì 24 settembre 2007


















Troppo perde il tempo chi ben non t'ama,
dolc'amor Jesù sovr'ogni amore.

Amor, chi t'ama non sta ozioso
tanto li par dolze de Te gustare;
ma tutto sol vive desideroso
come te possa stretto più amare;
chè tanto sta per te lo cor gioioso:
chi non sentisse nol saprie parlare
quant'è dolz' a gustar lo tuo savore.

Jacopone da Todi, laudario di Cortona sec. XIII


Oggi cantando questa lauda al coro mi ha colpito il fatto che le parole di questa strofa le potrebbe dire ogni vero innamorato al suo amore, anche oggi... Tutto sol vive desideroso come te possa stretto più amare! bellissimo!

domenica 23 settembre 2007




















Noi dobbiamo certamente essere in una novella. Ciò che mi piace di questo Novelliere è che si preoccupi così tanto dei suoi personaggi minori.
Perchè il mondo è storia; ogni parte di esso, e non v'è nulla che possa toccare il mondo o qualunque parte di esso, senza essere storia.

G.K Chesterton

sabato 22 settembre 2007

Canzone delle domande consuete













Hopper

Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
come se il tempo per noi non costasse l' uguale,
come se il tempo passato ed il tempo presente
non avessero stessa amarezza di sale.

Tu non sai le domande, ma non risponderei
per non strascinare parole in linguaggio d' azzardo;
eri bella, lo so, e che bella che sei,
dicon tanto un silenzio e uno sguardo...

Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel che sarò domani,
non parlare non dire più niente, se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,
trascinate dai giorni come piena di fiume
tante cose sembrate e credute diverse,
come un prato coperto a bitume.

Rimanere così, annaspare nel niente,
custodire i ricordi, carezzare le età;
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente
del diritto alla felicità...

Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perchè?
Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te,
aver tutto, ma non il domani...

Non andare... vai.. Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...

E siamo qui spogli in questa stagione che unisce
tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove,
non so dire se nasce un periodo o finisce,
se dal cielo ora piove o non piove...

Pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene",
a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?"
Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
Fuori c'è ancora una città?

Se c'è ancora balliamoci dentro stasera,
con gli amici cantiamo una nuova canzone...
tanti anni e son qui ad aspettar primavera,
tanti anni ed ancora in pallone...

Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di te...
Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... parlami di noi...


Francesco Guccini


Grazie Andre per avermi fatto ascoltare questa canzone bellissima e triste ieri!

giovedì 20 settembre 2007

Dall'immagine tesa
















Dall' immagine tesa
vigilo l'istante
con imminenza d'attesa -
e non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono -
e non aspetto nessuno:
tra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà , se resisto,
a sbocciare non visto,
verrà d'improvviso,
quando meno l'avverto.
Verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.

Clemente Rebora