mercoledì 31 luglio 2013

Col pilota automatico

[...]E va bene che non bisogna dipendere da nessuno nella propria cazzo di vita, ma io mica dipendo. Io vivo anche da solo, senza dipendere da nessuno, come ho fatto fino a quattro mesi fa [prima di conoscere Aidi], col pilota automatico. Mi sbatto le mani in tasca e comincio a camminare dove mi porta la strada. Peccato però che quando vado col pilota automatico le sensazioni più belle siano prendersi delle bresche il sabato sera per dimenticare un'altra merdosa settimana di scuola in cui non è successo niente [...] Posso sopravvivere, col pilota automatico, ma vivere è un'altra cosa. Da quando ci siamo addomesticati a vicenda, è logico, per restare a un certo livello non posso più fare a meno di lei.[...] 
E' ben strana, eh, questa Adelaide che quattro mesi fa non conoscevo nemmeno e adesso, be', adesso è parte di me...Mah.
Buonanotte.
Siate pronti, poiché non sapete né il giorno né l'ora.[...]


Enrico Brizzi, da Jack Frusciante è uscito dal gruppo

lunedì 22 luglio 2013

Ma per fortuna succede


Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare a telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.

                                                                                                                     J. D. Salinger

sabato 13 luglio 2013

La stella




"E lì Sam, sbirciando fra i lembi di nuvole che sovrastavano un'alta vetta, vide una stella bianca scintillare all'improvviso. Lo splendore gli penetrò nell'anima, e la speranza nacque di nuovo in lui. Come un limpido e freddo baleno passò nella sua mente il pensiero che l'Ombra non era in fin dei conti che una piccola cosa passeggera: al di là di essa vi erano eterna luce e splendida bellezza" 


John Ronald Reuel Tolkien, da Il Signore degli Anelli

mercoledì 3 luglio 2013

Le tracce che affiorano

Penso che siamo sempre alla caccia di qualcosa di nascosto o di solo potenziale o ipotetico, di cui seguiamo le tracce che affiorano sulla superficie del suolo (...) La parola collega la traccia visibile alla cosa invisibile, alla cosa assente, alla cosa desiderata o temuta, come un fragile ponte di fortuna gettato sul vuoto. Per questo il giusto uso del linguaggio per me è quello che permette di avvicinarsi alle cose (presenti o assenti) con discrezione e attenzione e cautela, col rispetto di ciò che le cose (presenti o assenti) comunicano senza parole.

I. Calvino, da Lezioni americane