domenica 31 maggio 2009

Pentecoste

















Giotto, Pentecoste, Padova

" [...] Lo Spirito è l'energia con cui l'Origine, il Destino e la Fattura di tutto, mobilitando tutto secondo il suo disegno, ha investito la nostra vita e l'ha portata nel cuore di quel disegno, volenti o nolenti.
L'unica condizione è che non l'avessimo rifiutato, cioè che non lo rifiutassimo, cioè che non lo abbiamo a rifiutare. Lo Spirito ci ha rivelato che Cristo è morto e risorto e questo è il significato esauriente della tua vita. Questo è il dono di Cristo risorto, il dono dello Spirito, che guarisce alla radice, ci ridà la grande possibilità, che è riconoscere che tutto viene da Dio attraverso Cristo, che è il metodo usato da Dio".

Don Giussani, da Il santo Rosario

venerdì 22 maggio 2009

Era de maggio














Il golfo di Napoli visto dalla certosa di san Martino


Era de maggio e te cadeano nzino
a schiocche a schiocche li ccerase rosse,
fresca era ll'aria e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciente passe.

Era de maggio; io, no, nun me ne scordo,
na canzona cantàvemo a doie voce;
cchiù tiempo passa e cchiù me n'allicordo,
fresca era l'aria e la canzona doce.

E diceva: «Core, core!
core mio, luntano vaie;
tu me lasse e io conto ll'ore,
chi sa quanno turnarraie!»

Rispunneva io: «Turnarraggio
quanno tornano li rrose,
si stu sciore torna a maggio,
pure a maggio io stonco ccà».

E sò turnato, e mo, comm' a na vota,
cantammo nzieme lu mutivo antico;
passa lu tiempo e lu munno s'avota,
ma l'ammore vero, no, nun vota vico.

De te, bellezza mia, m'annammuraie,
si t'allicurde, nnanz' a la funtana:
ll'acqua llà dinto nun se secca maie,
e ferita d'ammore nun se sana.

Nun se sana: ca sanata
si fosse, gioia mia,
mmiezzo a st'aria mbarzamata
a guardarte io nù starria!

E te dico: «Core, core!
core mio, turnato io sò,
torna a maggio e torna ammore,
fa de me chello che buò!».



Di ritorno da tre giorni meravigliosi in gita a Napoli, non potevo che omaggiare questa meravigliosa terra e la sua gente, ancora più meravigliosa!! Grazie a Tonino, Salvatore, Laura e Domenico!!

sabato 16 maggio 2009


















Giotto, san Francesco dona il mantello a un povero

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

San Paolo, 1 Cor, 13

lunedì 11 maggio 2009

dopo il weekend Centocanti


















Luca della Robbia, Madonna col Bambino

"Dio invisibile ha voluto mostrarsi nella carne e vivere come un uomo, perchè le creature carnali non potevano amare se non nella carne. Solo così potevano essere condotte verso l'amore salvifico della Sua Persona: in questo modo Cristo le aveva liberate da ogni amore carnale, soltanto con la grazia della Sua Presenza carnale".

san Bernardo

martedì 5 maggio 2009

"Da quando ho ricevuto le Occasioni [...] passo con loro le mie sere, con un'ostinazione da idea fissa che mi fa pecorrere sempre i midesimi itinerari. Mi par di essere uno dei quaccheri di Verne, solitari nell'isola, che cercano la soluzione ai loro casi frugando nella Bibbia ad apertura di libro. Ma anche lì qualcosa di mio (o che mi aspetti) mi pare che sia consegnato".

G. Contini, lettera a E. Montale, 5 gennaio 1940