venerdì 3 agosto 2007

Romaria




















É se sonho e de pò
O destino de um só
feito eu, perdido em pensamento
sobre o meu cavalo.
É de laco e de nó
de gibeira o jiló
dessa vida sofrida a sol.

Sou caipira pirapora
Nossa Senhora de Aparecida
ilumina a mina escura
e funda o trem da minha vida.

O meu pai peão,
minha mãe solidão,
meus irmãos perderam-se na vida
em busca de aventuras.
Descasei, joguei,
investi, desisti,
se hà sorte, eu não sei, nunca vi.

Me disseram, porèm que eu viesse aqui
p’ra pedir, de romaria em prece,
paz nos desalentos.
Como eu não sei rezar,
só queria mostrar
meu olhar, meu olhar, meu olhar.


È sogno e polvere il destino di un uomo solo come me, perso nei miei pensieri, sul mio cavallo. È destino di lazzo e nodo, di poveri calzoni da festa e gilet, di questa vita sofferta in solitudine. Sono un abitante dell’interno (della campagna), Signora di Aparecida (località vicino S. Paolo), illumina l’oscura miniera e fondi le basi della mia vita. Mio padre era un "peao", mia madre era la solitudine, i miei fratelli si sono dispersi cercando l’avventura. Sono divorziato, ho giocato, ho investito, poi ho abbandonato. Se esiste la fortuna, non lo so, non l’ho mai vista. Mi hanno detto però di venire qui, in pellegrinaggio, in preghiera, per chiedere la pace nelle mie disavventure. Ma dal momento che so pregare, sono venuto semplicemente a mostrare il mio sguardo.


(Buon pellegrinaggio a tutti i miei amici in partenza per Czestochowa!)

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