lunedì 4 agosto 2008

Solženicyn


















"Chiuda pure il libro a questo punto il lettore che si aspetta di trovarvi una rivelazione politica. Se fosse così semplice! se da una parte ci fossero uomini neri che tramano malignamente opere nere e bastasse distinguerli dagli altri e distruggerli! Ma la linea che separa il bene dal male attraversa il cuore di ognuno. Chi distruggerebbe un pezzo del proprio cuore? Nel corso della vita di un cuore quella linea si sposta, ora sospinta dal gioioso male, ora liberando il posto per il bene che fiorisce. Il medesimo uomo diventa, in età differenti, in differenti situazioni, completamente un’altra persona. Ora è vicino al diavolo, ora è vicino al santo. Ma il suo nome non cambia e noi gli ascriviamo tutto. Ci fermiamo stupefatti davanti alla fossa nella quale eravamo lì lì per spingere i nostri avversari: è puro caso se i boia non siamo noi, ma loro".


Aleksandr Solženicyn, da Arcipelago Gulag




è morto il grande scrittore russo che ha reso noto in tutto il mondo l'orrore dei campi di prigionia comunisti. Porprio quest'anno il Meeting di Rimini lo ricorda in una mostra "Vivere senza menzogna" (qui la breve recensione:



Grazie Aleksandr!

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