martedì 8 gennaio 2013



Giornata meravigliosa! Il vasto parco si bea sotto lo sguardo ardente del sole, come la giovinezza sotto il dominio dell'Amore.
L'estasi universale delle cose non si esprime in nessun rumore. Anche le acque sono come addormentate.
Quest'orgia silenziosa è ben diversa dalle feste umane.
Si direbbe che una luce crescente faccia scintillare sempre di più gli oggetti; che i fiori, eccitati, brucino dal desiderio di competere con l'azzurro del cielo nell'energia dei loro colori, e che il caldo, rendendo visibili i profumi, li faccia salire come vapore verso l'astro diurno.
Eppure, in questo godimento universale, ho scorto un essere afflitto.
Ai piedi di una Venere colossale, uno di quei pazzi artificiali, uno di quei buffoni volontari incaricati di far ridere i re quando i Rimorsi o la Noia li assillano, tutto agghindato nel suo costume sgargiante e ridicolo, con in testa corni e sonagli, curvo e inginocchiato contro il piedistallo, alza gli occhi pieni di lacrime verso la Dea immortale.
E i suoi occhi dicono: - «Sono l'ultimo, il più solitario degli uomini, privo d'amore e di amicizia, e per questo inferiore al più imperfetto degli animali. E tuttavia, sono fatto, io pure, per comprendere e per sentire l'immortale Bellezza. Ah, Dea! Abbi pietà della mia tristezza e del mio delirio!».
Ma l'implacabile Venere guarda lontano non so che cosa con i suoi occhi di marmo.
Baudelaire, Il folle e la Venere

1 commento:

Tanì ha detto...

"Sono l'ultimo, il più solitario degli uomini, privo d'amore e di amicizia, e per questo inferiore al più imperfetto degli animali. E tuttavia, sono fatto, io pure, per comprendere e per sentire l'immortale Bellezza."
Ho ascoltato mille volte le poesie di Baudelaire...questo estratto mai letto prima non fa altro che confermare il mio amore per lui:)
Sono nuova qui, se ti va passa dal mio blog e magari puoi lasciarmi dei commenti con dei consigli per migliorare!!:)