mercoledì 30 aprile 2008






















Chiara Bernini, Chiara Brasca, Cri


Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace... Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l'uomo.

Saint Exupery

martedì 29 aprile 2008

Ballata dell'uomo vecchio

La tristezza che c'è in me,
l'amore che non c'è
hanno mille secoli
il dolore che ti dò,
la fede che non ho
hanno mille secoli.
Sono vecchio ormai,
sono vecchio, sì
questo Tu lo sai,
ma resti qui.
Io vorrei vedere Dio,
vorrei vedere Dio
ma non è possibile:
ha la faccia che tu hai,
il volto che tu hai
e per me è terribile.
Sono vecchio ormai,
sono vecchio, sì
questo Tu lo sai,
ma resti qui.
Ascoltami, rimani ancora qui
ripeti ancora a me
la Tua parola
ripetimi quella parola che
un giorno hai detto a me
e che mi liberò.
lo vorrei vedere Dio
vorrei vedere Dio,
ma non è possibile.
Ha la faccia che tu hai,
il volto che tu hai
e per me è terribile.
Sono vecchio ormai,
sono vecchio,sì
questo tu lo sai
ma resti qui.
La paura che c'è in me,
l'amore che non c'è
hanno mille secoli
tutto il male che io so,
la fede che non ho
hanno mille secoli.
Sono vecchio ormai,
sono vecchio, sì
ma se Tu vorrai
mi salverai.
Ascoltami, rimani ancora qui
ripeti ancora a me
la Tua parola
ripetimi quella parola che
un giorno hai detto a me
e che mi liberò.

Claudio Chieffo

Non c'è canzone che mi rispecchi di più in questi giorni, soprattutto stasera. Grazie Claudio!

domenica 27 aprile 2008














Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

Gv. 14, 18-19

sabato 26 aprile 2008

Grande grande grande


















Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei...
i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai...
sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu...
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai.
Ma c'e' di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro...in un attimo tu
sei grande grande grande e le mie pene
non me le ricordo più.
Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me...
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno
dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita e' tutta lì...
invece no, invece no
la vita e' quella che tu dai a me...
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te...
ti odio e poi ti amo e poi ti amo
e poi ti odio e poi ti amo...
non lasciarmi mai più.
sei grande grande grande come te
sei grande solamente tu.
Ti odio e poi ti amo e poi ti amo
e poi ti odio e poi ti amo...
non lasciarmi mai più.
Sei grande grande grande come te
sei grande solamente tu.
Non lasciarmi mai più.
Sei grande grande grande come te
sei grande solamente tu.

Mina

in questi giorni sono tutta su Mina, certe canzoni sono spettacolari!

venerdì 25 aprile 2008

La mente torna














E.Hopper, Summertime

La mente va
dove va
chissà
Mi sento donna
così
come mai
fuori c'è un mondo che
oramai
mi aspetta
io lo so
io voglio vivere
anche per me
Scoprire quel che c'è
io voglio
apro già la porta
ma...
Arrivi tu
la mente torna
il cuore mio
quasi si ferma
e intorno a me
lo spazio immenso
che persino io
non ho più senso
Arrivi tu
il mondo
è acceso
quello che era mio
tu
l'hai già preso
non ci son più per me
esitazioni
ti chiedo solo
se mi
perdoni
Tu mi saluti e ti siedi
e poi
apri il giornale
non guardi più me
mi lasci sola così
perché
io volo
senza te
io voglio vivere
anche per me
Scoprire quel che c'è
io voglio
sono già decisa
ma...
Mi parli tu
la mente torna
il cuore mio
quasi si ferma
e intorno a me
lo spazio immenso
che persino io
non ho più senso
Mi parli tu
il mondo è acceso
quello che era mio
tu
l'hai già preso
non ci son più per me
esitazioni
ti chiedo solo
se mi perdoni


Mina

giovedì 24 aprile 2008

Fields of Athenry














By a lonely prison wall,
I heard a young girl call:
"Michael, they have taken you away,
For you stole Trevelyn's corn,
So the young might see the morn.
Now a prison ship lies waiting in the bay."

Low lie the fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly
Our love was on the wing
We had dreams and songs to sing
It's so lonely round the fields of Athenry.

By a lonely prison wall,
I heard a young man call
"Nothing matters, Mary, when you're free
Against the famine and the crown,
I rebelled, they cut me down.
Now you must raise our child with dignity."

Low lie the fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly
Our love was on the wing
We had dreams and songs to sing
It's so lonely round the fields of Athenry.

By a lonely harbor wall,
She watched the last star fall
As the prison ship sailed out against the sky
For she lived to hope and pray
For her love in Botany Bay
It's so lonely round the fields of Athenry.

Low lie the fields of Athenry
Where once we watched the small free birds fly
Our love was on the wing
We had dreams and songs to sing
It's so lonely round the fields of Athenry


Canzone tradizionale irlandese


Oggi a scuola di comunità abbiam cantato questo canto che è tra i miei preferiti! che voglia di tornare in Irlanda!
ps:non ho trovato una traduzione ora non ho tempo per farla! spero si capisca..

mercoledì 23 aprile 2008


















Scrive, lui,
ripercorre
cioè
l’immemorabile scrittura,
s’immette in quelle tracce
nitide o inselvate,
entra in quella logia,
filtra in quella grafia,
ne segue gli aculei e le volute,
ripete le sue cifre.
Scrive
lui scriba
il già scritto da sempre
eppure mai finito,
mai detto, detto veramente.
Chi suscita quei semi,
che anima quel firmamento?
Opera
la sua propria genitura,
si risveglia
a se stesso il morto segno.
L’autore? Non sa niente di sé,
l’autore – mia è la prova, mio il martirio –
pensa lui che scrive
– o è questa la creazione,
lui che scrive appunto?

(Mario Luzi, da Frasi e incisi di un canto salutare)

Domenica stavo ultimando il mio studio per l'esame di critica letteraria e in un momento di distrazione dal libro ho sfogliato le care poesie di Luzi che man mano sto scoprendo...per "caso" ho proprio trovato questo gruppo di testi che sotto il titolo "Nominazione" che riguardano proprio il poeta, la parola, lo scrivere. Sono tutti bellissimi e han fatto da controcanto al mio studio, dove a mia volta ho affrontato queste cose. La poesia che ho messo è la prima che ho letto quel giorno.

martedì 22 aprile 2008
















Giotto, Lo sposalizio dlela Vergine (particolare)

"Sono solo un uomo,
ho bisogno di segni sensibili,
costruire scale di astrazione
mi stanca presto.
Desta, dunque, o Dio un uomo
in un posto qualsiasi della terra
e permetti che guardandolo
io possa ammirare Te"


O.V. Milosz



Sabato si è sposata una mia carissima amica. Non dimenticherò mai come i due sposi si guardavano. Per la prima volta, anche se di matrimoni ne ho visti tanti, ho cominciato a intuire quale profondità, quale dramma ci sia nello sposarsi. La liturgia del rito del matrimonio non sono mica barzellette, direbbe Peguy.

Queste sono le parole scritte sulla bomboniera degli sposi.

lunedì 21 aprile 2008
















...

See; not a hair is, not an eyelash, not the least lash lost; every hair
Is, hair of the head, numbered.
Nay, what we had lighthanded left in surly the mere mould
Will have waked and have waxed and have walked with the wind what while we slept,
This side, that side hurling a heavyheaded hundredfold
What while we, while we slumbered.
O then, weary then why should we tread? O why are we so haggard at the heart, so care-coiled, care-killed, so fagged, so fashed, so cogged, so cumbered,
When the thing we freely forfeit is kept with fonder a care,
Fonder a care kept than we could have kept it, kept
Far with fonder a care (and we, we should have lost it) finer, fonder
A care kept. — Where kept? Do but tell us where kept, where. —
Yonder. — What high as that! We follow, now we follow. —
Yonder, yes yonder, yonder,
Yonder.



Gerard Manley Hopkins, da The leaden echo and the golden echo



Vedete, non un capello, nè un ciglio, non il minimo ciglio è perduto; ogni capello
ogni capello del capo è contato.
Anzi, proprio quel che avevamo con mano leggera lasciato alla cruda nuda zolla
si sarà destato, si sarà maturato, andeggiando col vento, mentre noi dormivamo,
di qua di là squassando il greve centuplicato capo, mentre noi dormivamo e dormivamo.
Oh, allora, allora perchè, stanche, andare? Perchè siamo tanto scarne di cuore, rattratte, sfatte nellìaffanno, affaticate, fastidite, deluse, e così oppresse,
quando la cosa che liberamente impegnamo è custodita con cura più amorosa,
più amorosa della nostra cura, custodita
con una tanto più amorosa cura ( e noi, noi l'avremmo perduta) con più bella, più amorosa
cura custodita.- Dove custodita? dicci soltanto diov'è custodita, dove?-
Lassù.- Quanto in alto! Noi seguiamo, ora seguiamo-
Lassù, lassù, lassù,
lassù.






Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.


Mt, 10, 30






"Perciò, che diventi un habitus, come dice san Tommaso, abitudinario, il percepire in tutte le cose- in tutto, dalle fronde degli alberi ai capelli della persona a cui vuoi bene- la presenza del Mistero che è diventato uomo di carne ed ossa e perciò la presenza di Cristo (" Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"); abituarsi a vedere questo è una storia che Dio ti ha fatto incominciare"

Don Giussani in Si può vivere così?




Rieccomi dopo un'assenza dovuta a motivi di studio...tra le varie cose che in questi giorni mi hanno accompagnato, questa faccenda dei capelli è stata la più presente: un mio caro amico mi ha regalato una recente raccolta di Hopkins facendomi subito leggere questo testo, poi un giovedì tornando in metro ho letto questa frase del Gius e ci son rimasta secca! é nota e stranota, ma forse per la prima volta l'ho avvertita veramente perchè pensavo a una persona a me cara, e me ne son tornata piena di gioia perchè neanche i suoi capelli andran perduti! non avrei dovuto stralciare la poesia (andrebbe letta tutta) solo che è davvero lunghissima!

lunedì 14 aprile 2008











Giotto, Ascensione, Cappella degli Scrovegni

"O Padre, che unisci in un solo volere
le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché fra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori
dove è la vera gioia. "



Dalla Liturgia di ieri, secondo il rito ambrosiano

domenica 13 aprile 2008

AUGURIO

Camera dopo camera la donna
inseguita dalla mattina canta,
quanto dura la lena
strofina i pavimenti,
spande la cera. Si leva, canto tumido
di nuova maritata
che genera e governa,
di spazzole, di panni
penetra tutto l’alveare, introna
l’aria già di primavera.

Ora che tutt’intorno, a ogni balcone,
la donna compie riti
di fecondità e di morte,
versa acqua nei vasi, immerge fiori,
ravvia le lunghe foglie, schianta i seccumi, libera i buttoni,
per il meglio della pioggia,
per il più caldo del sole,
o miei giovani e forti,
miei vecchi un po’ svaniti,
dico, prego: sia grazia essere qui,
grazia anche l’implorare a mani giunte,
stare a labbra serrate, ad occhi bassi
come chi aspetta la sentenza.
Sia grazia essere qui,
nel giusto della vita,
nell’opera del mondo. Sia così.


Mario Luzi da Dal fondo delle campagne


Stamattina dovevo essere contenta per una buona notizia che mi è arrivata (anche se non riguardava me), invece mi ha preso una strana malinconia e tristezza...non riuscivo a mettermi a studiare allora ho preso Tutte le poesie di Luzi e sfogliando a caso ho trovato questa, che avevo già sentito ma non avevo mai fatto mia)

sabato 12 aprile 2008


















Van Gogh, La sedia di Gaguin

"Nessun uomo ha veramente misurato la vastità del debito verso quel qualsiasi essere che l'ha creato e che lo ha reso capace di chiamarsi qualcosa. Dietro il nostro cervello, per così dire, v'era una vampa o uno scoppio di sorpresa per la nostra stessa esistenza: scopo della vita artistica e spirituale era di scavare questa sommersa alba di meraviglia, cosicché un uomo seduto su una sedia potesse comprendere all'improvviso di essere veramente vivo, ed essere felice".


G. K. Chesterton, da Autobiografia




(grazie a http://uomovivo.blogspot.com/, dedicato a quel genio di Chesterton, dove trovo spesso citazioni molto belle!)

venerdì 11 aprile 2008

"Capire una poesia vuol dire gustarla pienamente per la ragione giusta [...] godere una poesia travisandola significa compiacersi di una mera interpretazione della propria mente [...] è impossibile gustare appieno una poesia se non la si è capita; d'altro canto è ugualmente vero che non possiamo capirla fino in fondo se non la gustiamo"

T.S. Eliot

mercoledì 9 aprile 2008

Ancora Pavese


















Friedrich, Monaco in riva al mare


Lo steddazzu

L’uomo solo si leva che il mare è ancor buio
e le stelle vacillano. Un tepore di fiato
sale su dalla riva, dov’è il letto del mare,
e addolcisce il respiro. Quest’è l’ora in cui nulla
può accadere. Perfino la pipa tra i denti
pende spenta. Notturno è il sommesso sciacquìo.
L’uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami
e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare
tra non molto sarà come il fuoco, avvampante.

Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno
in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara
che l’inutilità. Pende stanca nel cielo
una stella verdognola, sorpresa dall’alba.
Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco
a cui l’uomo, per fare qualcosa, si scalda;
vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne
dov’è un letto di neve. La lentezza dell’ora
è spietata, per chi non aspetta più nulla.

Val la pena che il sole si levi dal mare
e la lunga giornata cominci? Domani
tornerà l’alba tiepida con la diafana luce
e sarà come ieri e mai nulla accadrà.
L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire.
Quando l’ultima stella si spegne nel cielo,
l’uomo adagio prepara la pipa e l’accende.


Pavese, da Lavorare stanca



Ho trovato un'altra delle poesie lette quella famosa serata su Pavese!

lunedì 7 aprile 2008

















Panorama dal Giardino botanico di Hanbury, Ventimiglia


S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.

Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.

Lameggia nella chiaria
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia vita turbata.

O tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda:

sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
"più in là" !


E. Montale



(non potevo, tornata come sono questo pomeriggio da Ventimiglia, non omaggiare la natura che mi ha accompagnato! e cosa c'è di meglio di una bella poesia di Montale, che proprio in Liguria ha vissuto?? in realtà ce ne son moltissime in Ossi di Seppia che avrei potuto mettere, è proprio come lo descrive il paesaggio che ho visto! ma visto il vento forte che ha imperverasato ieri sera e stamattina, questa mi ha colpito per contrasto..)

giovedì 3 aprile 2008

Due poesie di Cesare Pavese


Passerò per Piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu - ferma e chiara.



I mattini passano chiari

I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce.
Taceva. Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
E' buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.



(da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi)

Ieri sera al centro culturale c'è stato un bellissimo incontro su Cesare Pavese, tenuto dal poeta Davide Rondoni e dal Uberto Motta, professore dell'Università Cattolica (anche mio!). Bellissimo!! per ora sono riuscita a recuperare solo queste due poesie lette ma vorrei cercare tutte le citazioni!

martedì 1 aprile 2008

Sono come tu mi vuoi


















Sono
come tu mi vuoi
e t'amo
come non ho amato mai
Io sono
la sola
che possa capire
tutto quello che c'è da capire in te.
Forse
se baciassi me
forse
capiresti meglio che
io sono la sola
che tu
possa amare
non lo vedi che sono a due passi
da te.
Non sai quanto bene di un anno
e non sai quanto amore sprecato
aspettando in
silenzio che tu
ti accorgessi di me
per capire
quello che già sai
che io sono
sono come tu mi vuoi
come tu
mi vuoi.
Io
sono
la sola
che tu
possa amare
non lo vedi che sono a due passi
da te.
Non sai quanto bene di un anno
e non sai quanto amore sprecato
aspettando in silenzio che tu
ti accorgessi di me
per capire
quello che già sai
che io sono
sono come tu mi vuoi
come tu mi vuoi
come tu mi vuoi
come tu mi vuoi.
Mina


(Grazie alla Chiara Brasca!)