venerdì 17 giugno 2011

La scoperta di oggi


















Michelangelo, Schiavo che si desta (Prigioni)


Le senti come chiedono realtà
scarmigliate, feroci,
le ombre che forgiammo insieme
in questo immenso letto di distanze?
Stanche ormai di infinito, di tempo
senza misura, di anonimato,
ferite da una grande nostalgia di materia,
chiedono limiti, giorni, nomi.
Non possono vivere più così: sono alle soglie
della morte delle ombre, che è il nulla.
Accorri, vieni, con me.
Insieme cercheremo per loro
un colore, una data, un petto, un sole.
Che riposino in te, sii tu la loro carne.
Si placherà la loro enorme ansia errante,
mentre noi le stringiamo avidamente
fra i nostri corpi,
dove potranno trovare nutrimento e riposo.
Si assopiranno infine nel nostro sonno
abbracciato, abbracciante. E così,
quando ci separeremo, nutrendoci
solo di ombre, fra lontananze,
esse
avranno ormai ricordi,
avranno un passato di carne ed ossa,
il tempo vissuto dentro di noi.
E il loro tormentato sonno
di ombre sarà, di nuovo, il ritorno
alla corporeità mortale e rosa
dove l'amore inventa il suo infinito.

Pedro Salinas, da La voce a te dovuta

4 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Bellissima poesia. Versi intensi, forti, come forte il nobile torso inconcluso del prigione di Michelangelo. Un abbinamento riuscito, quello di parole ed immagine.

annina ha detto...

Grazie! L'accostamento è venuto da sé: avevo già postato la poesia, la stavo rileggendo per vedere se potevo affiancarle un'immagine (non è obbligatorio, se "mi viene" la metto, altrimenti no) e naturalmente sono saltati fuori i Prigioni.

Giovanni ha detto...

questo libro per me è il miglior canzoniere di poesia d'amore del novecento.. senza scherzi..

annina ha detto...

e me lo dici adesso?che mi serve a fare un amico poeta se non mi fa scoprire i capolavori??