"I passi, seguendo lo sguardo, si avvicinano a quella meraviglia. La Madonnina è lassù, leggera e scintillante. Poi, una volta giunti, ecco il Duomo tutto intero, la sua potenza ora ci si mostra tutta dopo la leggerezza che ce l’aveva annunciato. Il poeta Clemente Rebora ha ben sintetizzato, in una sua celebre quartina, il sentimento di noi tutti di fronte al Duomo:
Il portentoso Duomo di Milano
non svetta verso il cielo
ma ferma questo in terra in armonia
nel gotico bel di Lombardia.
La caratteristica del Duomo non è di svettare, ma di tirare giù il cielo, di tirarlo in terra. Visto in mezzo alle case, sembra che voglia correre lassù, perché quella che vediamo è solo la guglia che regge la Madonnina. Ma quando ci si va vicino la prospettiva si modifica. I nostri santi sono così – pensiamo a san Carlo Borromeo, o al nostro nuovo santo, don Gnocchi. Milano è così, e anche la sua fede, quando c’è, è così. È tutta gente che ha realizzato il cristianesimo nel concreto delle cose, della terra, sporcandosi sempre le mani".
Luca Doninelli
(l'intero articolo si può leggere qui: http://www.tracce.it/?id=329&id_n=15900)