Testori
"Io credo infatti che il pittore debba avere in sè l’immagine, prima di realizzarla sulla tela, e che questa immagine non gli possa nascere che da una sua posizione davanti e dentro il mondo, da una verità, insomma, che quella sua posizione e convinzione determini. Ora io sono comunista, tu lo sai bene, ma cristiano e cattolico, e, proprio perché tale, non posso impedire a ciascuno la ricerca di quella che egli crede sia la verità e poi l’affermazione di essa, anche se per me tale non è (non posso insomma ripetere l’errore che hai fatto tu parlando di Cristo in modo spicciolo, sbrigativo e volgare. Cristo non si ferisce con queste piccole ed errabonde irriverenze, credimi, ma tanto meno in tal modo lo si può liquidare), ma mi domando se tutto questo equivoco che sta alla base di tanta pittura e anche della vostra, non sia da cercare in un altro equivoco, che tu hai perpetrato scrivendo queste parole: “una verità attiva, una verità combattuta, cercata nel mare della fantasia e dell’immaginazione” [...] Ma la verità può essere cercata nel mare della fantasia e dell’immaginazione? E che verità sarà mai, se pur la doveste trovare? Ancora e soltanto quella di un pittore, quella della fantasia di un pittore? Non ti accorgi che, se mai, nel mare della fantasia e dell'immaginazione si può trovare una forma figurativa della verità, che sarà sempre però della verità un relativo? [...] Caro Guttuso, io non credo che il problema sia di poter arrivare alla realtà, ma di poter partire dalla realtà. Di avere cioè una fede che questa partenza permetta. E non tanto per dipingere, credimi, quanto per vivere".
"Io credo infatti che il pittore debba avere in sè l’immagine, prima di realizzarla sulla tela, e che questa immagine non gli possa nascere che da una sua posizione davanti e dentro il mondo, da una verità, insomma, che quella sua posizione e convinzione determini. Ora io sono comunista, tu lo sai bene, ma cristiano e cattolico, e, proprio perché tale, non posso impedire a ciascuno la ricerca di quella che egli crede sia la verità e poi l’affermazione di essa, anche se per me tale non è (non posso insomma ripetere l’errore che hai fatto tu parlando di Cristo in modo spicciolo, sbrigativo e volgare. Cristo non si ferisce con queste piccole ed errabonde irriverenze, credimi, ma tanto meno in tal modo lo si può liquidare), ma mi domando se tutto questo equivoco che sta alla base di tanta pittura e anche della vostra, non sia da cercare in un altro equivoco, che tu hai perpetrato scrivendo queste parole: “una verità attiva, una verità combattuta, cercata nel mare della fantasia e dell’immaginazione” [...] Ma la verità può essere cercata nel mare della fantasia e dell’immaginazione? E che verità sarà mai, se pur la doveste trovare? Ancora e soltanto quella di un pittore, quella della fantasia di un pittore? Non ti accorgi che, se mai, nel mare della fantasia e dell'immaginazione si può trovare una forma figurativa della verità, che sarà sempre però della verità un relativo? [...] Caro Guttuso, io non credo che il problema sia di poter arrivare alla realtà, ma di poter partire dalla realtà. Di avere cioè una fede che questa partenza permetta. E non tanto per dipingere, credimi, quanto per vivere".
Giovanni Testori, da Lettera a Renato Guttuso, "Numero-Pittura" 1947
2 commenti:
Proprio bella questa lettera anna, mi dispiace che la mia facoltà mi allontani, per tempo e modalità, da letture simili, ma credo proprio che quello che sia scritto in queste righe sia fondamentale per l'artista e per gli studi che sto affrontando. Meno male che mi dai la possibilità di leggere queste cose publicandole qui! Grazie!
Stefano
prego...grazie anzi a te che vieni ogni tanto a farmi visita qui! il restyling del tuo blog mi piace molto. ciao!
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