Raffaello, Madonna della seggiola
«Cos’è stato, cos’è e cosa sarà il Natale nella storia dura e travagliata dell’uomo e dell’universo? È stato, è e sarà, per sempre, il punto in cui Dio ha deciso di incarnarsi, d’assumere per amore di noi, sue creature, la nostra stessa carne, le nostre stesse ossa, il nostro stesso sangue, il nostro stesso volto, le nostre stesse braccia, i nostri stessi limiti e, dunque, la nostra stessa vita e la nostra stessa morte. Se l’essere di Dio è immenso; se è immenso che Dio ci abbia creati; ancor più immenso (proprio nell’ordine dell’immensità dell’amore) è che Egli abbia da sempre pensato e voluto farsi uomo; farsi, cioè, uno di noi poiché con quel pensiero e con quella volontà ha ricongiunto il nostro limite alla sua infinitezza; ci ha restituito la possibilità di esistere nella speranza. […]
Che poi, affinché il Natale potesse avvenire, Dio abbia deciso d’aver bisogno di un “sì” pronunciato da un essere come noi, del “sì” pronunciato da Maria, ci garantisce ancor più teneramente del cerchio strettissimo, della strettissima collaborazione cui, per incarnarsi, Dio ha voluto chiamare l’uomo».
Giovanni Testori, Un Natale che sia veramente d'amore,
"Corriere della Sera", 24 dicembre 1978
"Corriere della Sera", 24 dicembre 1978
Grazie alla Vale che mi ha mandato questo pezzo, alla Franci che l'ha mandato a lei!
Auguri a tutti!
Auguri a tutti!